
La terza divisa, l'inedita maglia azzurro Savoia, ha portato bene su un campo che negli anni più recenti aveva fatto registrare sempre sconfitte e dove l'ultima vittoria risaliva al 2004. Scaramanzia e statistiche si mischiano, ma alla fine ha deciso la fame e la voglia. Di tutto il Toro, certamente, ma soprattutto di capitan Bianchi. Che ha sfornato una prova mostruosa per occasioni create e sfruttate (come la traversa nel primo tempo), ma anche per il contributo che ha dato per tutta la partita. «E' la sua miglior partita da quando lo alleno - ha commentato Ventura a fine partita -, ma sono felice per la mentalità mostrata da tutti e per come si sono sacrificati Ebagua e Antenucci. Questi sono messaggi importanti: sta nascendo una squadra, non siamo ancora straordinari, ma ci sono presupposti per fare qualcosa d'importante».
Vicenza-Torino è stata una partita intensa, bella e con un finale thrilling. Che si gioca sul filo dei secondi, perché Bianchi segna oltre i 3 minuti di recupero grazie all'extratime concesso dall'arbitro Gallione. Per questo i 7 mila vicentini alla fine hanno urlato «ladri» al Toro. Ventura spegne le polemiche. «Non abbiamo rubato nulla e siamo passati al 93' perché noi volevamo vincere». Anche Silvio Baldini, tecnico del Vicenza espulso al 40' st per proteste, assolve i granata: «Noi siamo stati ingenui e loro hanno segnato all'ultimo secondo. Però ho sentito che il professor Ventura ha parlato di 8 occasioni da gol create, contento lui…». Tra i due non corre buon sangue per antiche ruggini, ma quel che conta per il Toro è la vittoria e la dimostrazione che il gioco c'è.
Solo che deve essere concretizzato. Perché Sgrigna e Bianchi nel primo tempo hanno creato una valanga di occasioni e sola la fretta e l'imprecisione non hanno permesso ai granata di esultare prima. Un difetto da correggere (chissà cosa ne penserà Cairo, presente in tribuna), così come le amnesie difensive che hanno fatto correre qualche brivido di troppo al Toro. Soprattutto sui calci piazzati e nel'area piccola i difensori granata hanno sofferto e sono stati anche graziati dai colpi di testa fuori misura di Martinelli (10' e 19') o da una traversa di Alemao (al 19'). Il ritmo altissimo e i continui ribaltamenti di fronte del primo tempo hanno lasciato spazio a una ripresa più ragionata e bloccata. Fino all'assalto finale: quando lo 0-0 sembrava deciso, Bianchi non ha perdonato. Diagonale violento e seconda vittoria in trasferta di fila. Per la rabbia del "Menti" e il delirio di un Toro mai rassegnato.