Avvocato De Castiglione questo cambia tutto per il futuro nell’infortunistica penale?Sulla Stampa di domenica 17 aprile, a pagina 2, intervista al vicepresidente di Confindustria con delega alla sicurezza sul lavoro Samuele Gattegno:
"No. È abbastanza difficile che questa sentenza possa ribaltare o mutare radicalmente le cose. Una condanna di questo tipo potrà comunque spingere a procedimenti simili solo in caso di gravissime mancanze volute. Io non conosco le carte di questo processo e non posso esprimermi in materia, ma in generale si deve essere trattato di un caso peculiarissimo. L’incidente risale al dicembre del 2007 e in questi tre anni ne ho visti di infortuni e processi, purtroppo, e ancora non si è verificato nessun altro caso di imputazioni simili".
"Sicuramente è una sentenza che va capita. Aspettiamo le motivazioni per fare le nostre valutazioni, ma è chiaro che la analizzeremo a fondo. (...) Non sono un giurista, ma per me l'omicidio volontario è un'altra cosa. Ma le mie, ripeto, sono impressioni da non giurista".Nonostante la premessa, ciò non gli impedisce di esprimere i suoi dubbi e le sue preoccupazioni sulle conseguenze, di dire che preferisce "ragionare in termini di prevenzione più che di repressione. Credo che gli imprenditori italiani stiano facendo tutto il possibile sul tema della sicurezza sul lavoro". Da qui nascono due obiezioni: a) si vede tutti i giorni l'impegno indefesso, instancabile, degli illuminati imprenditori italiani per tutelare i loro lavoratori; b) il procuratore Raffaele Guariniello non è un manettaro e non agisce in termini di mera repressione, quanto in vista della prevenzione, andando a supplire alcuni vuoti del sistema. Lo ha ribadito anche a Panorama, per intenderci.
Guariniello, al Fatto quotidiano di domenica 17 aprile, ricorda l'episodio del rinvio a giudizio nel procedimento ThyssenKrupp:
Ricordo quando il gup Francesco Gianfrotta emise il decreto di rinvio a giudizio. Il giorno dopo lessi sul Corriere della Sera l’intervista di un esperto di diritto del lavoro che liquidava l’imputazione per dolo eventuale come una 'trovata pubblicitaria', specificando però 'di non conoscere gli atti'.
Ero rimasto un po’ sorpreso, perché conoscere gli atti è l’unica cosa importante. Quando si parla di processi non si possono fare discorsi in astratto. Il dolo eventuale non ce lo siamo mica inventati noi, esiste da quando c’è il codice penale. In Cassazione abbiamo trovato più di 40 sentenze di condanna con questa imputazione.
Il problema è che il dolo eventuale non era mai stato contestato in materia di infortunistica sul lavoro.