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AVANZA ...... quando una montagna......

Creato il 12 luglio 2015 da Luca De Ronch @Luca_De_Ronch

AVANZA ...... quando una montagna......
perché il Monte Avanza è una delle più belle escursioni che abbiamo fatto? Non certo per le difficoltà, neanche per il dislivello, forse perchè ............  
Bisogna tornare indietro qualche anno, la prima volta che abbiamo deciso di salire sul Monte Avanza, noi come tanti, ci siamo infilati su per i ghiaioni del canalone sud-ovest. Un passo avanti e due indietro per arrivare sfiniti fin sotto un canale strettoia con delle rocce da superare, un breve passaggio che poi ho visto essere di II grado. Comunque avevamo sbagliato e non sapendo bene cosa ci aspettava dal quella parte abbiamo rinunciato. Quella volta eravamo con Stefano e Loretta. Ci riproviamo l’anno dopo, finalmente una gran bella giornata, come oggi, prima quindicina di luglio. Stavolta la facciamo giusta, d’altronde a forza di leggere qua e là è come se la sapessi a memoria.  Sorgenti del Piave, sentiero 173 per Casera di Casa Vecchia, bastionate delle Torri delle Genziane, la bella cengia scavata nella roccia sotto la Creta di Casera di Casa Vecchia, il ghiaione sotto i campanili ……. Ed eccola finalmente, dalla forcella delle Genziane si vede la cima.Forcella delle Genziane , un nome che dice tutto, uno dei posti più belli delle Alpi Carniche. Quando arrivi lì ti vien voglia di togliere lo zaino, stenderti sull’erba e farti avvolgere da questi piccoli fiori azzurri. Il luogo ne ha ben donde di portare il loro nome. Una piccola oasi verde in mezzo al bianco calcare, un’arietta che respiri a pieni polmoni, una lunga sosta. Poi un grido, dei sassi precipitano sul sentiero che traversa sotto la parete della Cima dei Cacciatori, tanti sassi, ancora. Degli alpinisti impegnati stanno facendo un po’ di danni……. Per fortuna che in quel momento nessuno passa sotto. Però questo segna la fine della nostra salita . Marisa non ne vuol sapere di passare li e a dire il vero neanche io. Ma la saggia è lei…..   Fine del secondo tentativo. Stesi nell’erba meditiamo serenamente sulla bellezza del luogo …..Intanto però cresce la voglia di tornare, l’incompiuta aleggia nella nostra testa, non so se come il tarlo dell’inettitudine o il piacere di portare a termine una cosa. A dire il vero non ci siamo mai posti il problema di una cima mancata, abbiamo sempre dato priorità al piacere di percorrere un sentiero come ci va, godendo di quello che ci viene offerto, senza mettere per prima cosa l’arrivare ad ogni costo su una cima, specie se il gesto ci pare solo fine a se stesso.Sta di fatto che un paio di anni dopo ci torniamo, stesso percorso, stessa salita, stessa fine. A dire il vero abbiamo forzato noi, sperando che le previsioni meteo fossero sbagliate. Di fatto ci ritroviamo soli soletti ancora una volta a forcella delle Genziane avviliti e avvolti nella nebbia, con qualche goccia che comincia a cadere. Avremmo potuto salire, ma non si vedeva ad un metro e per quanto detto sopra, si rinuncia, una cima così merita tutt’altra giornata ……. Ce ne torniamo indietro allungando per il Passo dei Cacciatori e Passo Sesis, prendendoci anche una discreta lavata di palline ghiacciate impreviste per gli inizi di settembre.  Insomma la montagna insegna che non bisogna avere premura, quel tentativo era sbagliato dall’inizio e ci siamo meritati un bel buffetto.Il monte Avanza resta lì, in lista……. Per un po’ non ci pensiamo più, però AvanzaArriva questo fine settimana. Qualcosa che non abbiamo fatto, qualcosa che ci piacerebbe fare……. Torna in campo l’Avanza e allora quando una montagna chiama …….
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Eccoci qui, alle sorgenti del Piave, stesso scenario, stessi panorami, stessi sentieri, in una sorta di dejà vu, saliamo, con la consapevolezza del già visto, come in sogno seguiamo la traccia consapevoli di quanto familiarmente conosciuto. La bellezza del posto pur ripercorsa più volte non viene mai a noia, l’approccio alla cima e le caratteristiche di questi luoghi sono cosi, sempre fantasticamente affascinanti, tali che la salita la facciamo senza accorgerci. Anche stavolta c’è il sole, anche stavolta ci sono alpinisti che scaricano sassi di sotto, sembra ripetersi la situazione.
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Sul ghiaione incontriamo Giovanni ed Elena con Maggie che ci viene incontro scodinzolando. Ci fermiamo con loro un po’, è dal giorno dell’ultimo saluto a Flavio che non li vediamo….. poi loro scendono, noi saliamo. 
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Eccoci alla forcella delle Genziane, qui è obbligatorio fare sosta. Qui ci siam fermanti le altre volte. Guardiamo quelli del CAI Gemona impegnati sul campanile, guardiamo la cengia scavata nella roccia, guardiamo la cima…… ecco la cima, non sembra molto vicina…. non sembra molto lontana. 
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Si chiude il ricordo passato, inizia un’altra escursione. la forcella delle Genziane è ormai alle spalle. Si sale finalmente. Un traverso di ghiaia sotto la parete della Creta dei Cacciatori, un paio di tornantini sulla stretta ed erosa mulattiera, la cengia inclinata protetta dal cavo, subito dopo un breve passaggino esposto ed eccoci dopo una breve tratto su cengia in salita al pianoro dove sorgono i resti dei baraccamenti del villaggio di guerra. Affascinante. 
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Il paesaggio si allarga, la cima si allarga, si sale un po’ come si vuole, da qualsiasi parte si guarda è bello, sarà così fino in cima. Al quarto tentativo………  Soddisfazione tanta. Niente di particolare come difficoltà ma chi ci conosce sa che le emozioni noi non le misuriamo con i gradi ……..   Starei qui fino a sera per soddisfare gli occhi e lo spirito. Monte Avanza, quando una cima ha questo nome, tu ci sei sopra e guardi tutt’intorno, basta e avanza.
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Rifacciamo il percorso all’indietro divertendoci un po come bambini sui ghiaioni per poi risalire con affanno al Passo dei Cacciatori, tra resti di guerra , bianche rocce calcaree e fischi di marmotte.  Qui si traversa sotto il Chiadenis fino al Passo Sesis, con un altro scenario, la splendida verdeggiante Val Fleons raccolta come un paesaggio delle Highlands tra le creste della omonima cima e il roccioso gruppo Cacciatori, Avanza, Navastolt. 
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Scavalchiamo il Passo, facendo l’occhiolino al Peralba per poi scendere al rifugio Calvi. I paesaggi sono noti,  ma pur sempre di rara bellezza, resi ancor più belli dalla luce del tardo pomeriggio. 
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In effetti abbiamo fatto un po’ tardi, ma noi siam fatti così, non abbiamo tabelle da rispettare, non abbiamo fretta di arrivare…….. soprattutto quando una montagna si fa attendere. 

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