Le quaranta vittime del tragico incidente avvenuto il 28 Luglio 2013 sul viadotto di Acqualonga, cavalcavia dell’autostrada A16 nei pressi di Avellino, meritano che sia fatta luce sulle cause dell’accaduto e che l’inchiesta porti alla verità e alle necessarie risposte, in particolare relativamente alle reali condizioni del mezzo che, in quell’occasione, trasportava 48 turisti diretti a Pozzuoli. La perizia consegnata alla Procura ha accertato che, poco prima del drammatico incidente, si era staccato il sistema di trasmissione che aveva tranciato il sistema frenata del bus. Questo elemento ha concorso a causare il tragico incidente che, all’evidenza dei fatti, è stato determinato dalle precarie condizioni dell’autobus. A tal proposito, in questi giorni è emersa una circostanza di inaudita gravità, inerente alla mancata revisione dell’autobus . Infatti, nonostante nelle ore immediatamente successive alla tragedia di Avellino i funzionari della Motorizzazione Civile si affrettassero a mostrare i certificati attestanti le regolari revisioni dell’autobus, il mezzo della Volvo non era mai stato controllato e proprio due funzionari della Motorizzazione Civile di Napoli risultano ora indagati con l’accusa di falso in atto pubblico per aver emesso un falso certificato che attestava la revisione del bus, immatricolato più volte, e che riportava 800 mila chilometri percorsi.
I due funzionari della Motorizzazione indagati sono Vittorio Saulino, di 56 anni, residente a San Giorgio a Cremano, e Antonietta Ceriola, 63 anni di Giffoni Sei Casali, in provincia di Salerno. Il primo nella qualità di funzionario tecnico della Motorizzazione Civile di Napoli, incaricato delle operazioni di revisione, mentre la seconda come assistente amministrativo dell’ufficio preposto. Gli inquirenti hanno acquisito elementi probatori che dimostrano il fatto che l’impiegata Antonietta Ceriola avrebbe adoperato le proprie credenziali di accesso al sistema informatico della Motorizzazione Civile inserendo la targa dell’autobus e riportando l’esito regolare della revisione che, in realtà, non era stata affatto effettuata. Il funzionario tecnico Vittorio Saulino, invece, aveva apposto la propria firma su tale attestazione che riportava la data del 26 Marzo 2013.
Inoltre, da quanto risulta dalle indagini, tale certificato sarebbe stato prodotto successivamente rispetto alla data riportata, andando ad aggravare ulteriormente le circostanze a carico dei due funzionari della Motorizzazione.