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Avengers: age of Ultron

Creato il 25 aprile 2015 da Jeanjacques
Avengers: age of Ultron
Devo ammetterlo... la prima cosa che ho pensato una volta finito di vedere The Avengers è stata: mio Dio, spero di poter vedere il sequel! Una cosa strana, perché per quanto io possa dire di essere cresciuto con le avventure di diversi supereroi (galeotta fu la serie animata di Spider-man trasmessa da Solletico quando ero piccolo) non sono mai stato patito delle loro trasposizioni cinematografiche e per i sequel, salvo rarissime accezioni, ho sempre avuto una strana allergia. Questo nuovo sentore era successo a maggio 2012, avevo ventidue anni, leggevo molti fumetti a tema ed era la prima volta, dopo aver visto Il cavaliere oscuro, che mi ritrovavo a dire una cosa simile. Adesso ne ho venticinque, i fumetti dei supereroi li ho quasi abbandonati e il fantomatico seguito del terzo maggior incasso di sempre (i primi due posti li domina James Cameron con Avatar e Titanic) è uscito nei cinema. In questi tre anni il genere cinematografico dei supereroi è, nel bene e nel male, una consolidata realtà. Una realtà anche eccessiva, per certi versi, che finalmente sta trovando una sua stabilità con delle pellicole sempre onnipresenti ma almeno non in maniera soffocante come un poco di tempo fa. Pellicole che a sorpresa si sono dimostrate belle, come The winter soldier, vecchie conferme come Days of future past e schifezze improponibili come Il potere di Electro. Ma gli Avengers sono il piatto forte, tutto quello che ci sta intorno è paragonabile agli stuzzichini prima della portata vera e propria.

Gli Avengers sono impegnati a recuperare la lancia di Loki, presa e tenuta dal barone von Strucker, che ha anche la pessima fama di aver fatto degli esperimenti su degli esseri umani ottenendo Quicksilver (che si muove velocissimo) e Scarlet Witch (che ha dei particolari poteri magici). Quest'ultima compie una magia su Tony Stark che lo porta a creare Ultron, un complicato sistema che possa difendere tout court la terra, senza più bisogno degli Avengers. Peccato però che l'intelligenza artificiale si ribella e sono uccelli per diabetici (leggasi, cazzi amari) per tutti...

Mia madre mi ha sempre ripetuto che, volenti o nolenti, il primo amore non si può scordar. E' una frase da Baci Perugina ma, mi duole ammetterlo, è in parte vero. Spesso i primi amori non sono nulla di che, ma sono quelli che ci iniziano e che ci fanno sperimentare quella sensazione nuova, prima sconosciuta, e che va poi a ampliarsi in una forma più adulta e concreta. Un po' come il film di Ellioth - il drago invisibile: una bambocciata clamorosa, ma è stato quello il mio primo passo nel mondo della settima arte. Ironico che questo pensiero mi sia venuto con un film dei Vendicatori, ma devo ammettere che è proprio così. Perché vedersi i due film del supergruppo Marvel è un po' la stessa cosa: il primo film era il primo film. Era la prima volta che così tanti supereroi, gli stessi con cui sei cresciuto nei tuoi anni di lettore di fumetti, venivano messi insieme al cinema in un'avventura tutto loro. Lo so, è un merito un poco del menga, ma la cosa veniva fatta con una certa coerenza, dei dialoghi brillanti, una regia forse anonima ma comunque funzionale (ma che anonima restava, purtroppo) e delle scene d'azione davvero fighe. La cosa che quindi rende così strano il dover recensire questo sequel è che, a conti fatti, è bello quanto il primo... ma il primo è il primo, come già detto. Qui c'era molta hype, ma precedentemente c'era anche il dubbio su come questa fusione potesse avvenire e la magia di vedere un tuo sogno segreto realizzarsi. Adesso il sogno è una (legittima, per carità) realtà frutta-soldi incredibile e, inutile girarci intorno, ha perso molta della sua magia. E' questa la sensazione che ho avuto fin dai primi minuti, anche se posso dire con sicurezza che il film è davvero molto ganzo. C'è azione, adrenalina, effetti sorpresa e non ci si annoia mai per tutte le due ore di durata. Ma c'è un grosso ma nel mezzo che, per quanto non mi abbia infastidito minimamente durante la visione, mi ha dato un poco da pensare nel ritornare a casa dopo essere uscito dal cinema. La legge di un sequel impone che si punti sempre al rialzo, quindi se col primo film ero uscito soddisfatto, col secondo avrei dovuto avere la seconda sensazione aumentata di due volte, e così via con tutto il resto. Qui invece siamo più o meno sugli stessi livelli. Si avverte che Whedon, ancora sceneggiatore e regista, cerca di superarsi in tutte le maniere e che per farlo finisca per complicarsi la vita da solo, con degli ingarbugli di trama a tratti davvero eccessivi e che non portano molto lontano. Mi ha dato gli stessi quesiti di Interstellar, mi ha fatto domandare se c'era davvero bisogno di complicare così tutto quanto a dispetto di una maggiore linearità che si sarebbe sposata meglio con l'ignoranza del tutto. Perché con questo Ultron prova a immettere pure dei concetti, seppur ben dosati e mai troppo prepotenti, che gli danno quel tocco in più, ma proprio la sua natura di blockbuster fracassone impedisce di approfondire delle tematiche che sarebbero state davvero fighe ma che purtroppo rimangono solo appena accennate, facendoti chiedere se ce n'era davvero bisogno. E' come se il regista/sceneggiatore provasse a replicare quello che gli era successo meglio anni prima quando scriveva gli X-men e aveva portato in quel mondo il personaggio di Danger, che se ne usciva con un dialogo bellissimo, strutturato alle perfezione e con una sua logica molto profonda. Qui Ultron, spiace dirlo, è proprio l'anello debole del gruppo, il 'vorrei ma non posso' che di certo non fa fallire il progetto ma lo fa inciampare in maniera appena percettibile. Per il resto invece il film rimane coerente con se stesso, ambisce solo a regalare risate e botte da orbi, riuscendoci in pieno. Proprio in questo Joss Whedon dimostra di essere uno sceneggiatore in gamba e un dialoghista eccezionale (non c'è un dialogo, dico uno, che sia scritto male) ma conferma la sua inadeguatezza come regista, mantenendosi sulla linea del primo capitolo. Una regia non brutta, ma che non aggiunge nulla al risultato finale, un compitino ben fatto che lascia tutto lo spazio agli effetti speciali, quelli sì davvero grandiosi. La morte del cinema, come dicono certi? Non credo proprio. Non sarà Arte nella forma più pure del termine, ma per come la vedo io, saper intrattenere con garbo e intelligenza è una forma d'arte pure quella. E questo film riesce a farcela, pur essendo ancorato alle leggi e ai paletti del genere cui appartiene, ma imparando almeno che se trai qualcosa da un fumetto (in barba a quei dannati nerd che devono estinguersi tutti) devi riconoscere cosa è filmabile e cosa no. E Whedon si dimostra abbastanza intelligente da capirlo appieno.

Dalle mie parti promosso. Divertente, cazzaro e con delle scene d'azione che mi hanno dato quella tamarreide di cui avevo bisogno. Ma il primo... beh, il primo è sempre il primo.

Voto: 
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