TITOLO: AVENGERS: AGE OF ULTRON
GENERE: SUPEREROI
RATING: * * *
TRAMA:
Dopo lo scioglimento dello S.H.I.E.L.D. il gruppo dei supereroi più potenti al mondo agisce, mettendoci la faccia in prima persona, sotto il nome di Avengers. Dopo un duro ennesimo scontro con una sezione della famigerata Hydra di Teschio Rosso, i nostri eroi rinvengono il potente scettro di Loki. L’oscura arma, incastonata in una gemma, nasconde un potere terrificante che una volta liberato si scatenerà con un solo scopo: sterminare l’umanità!
(Regia: Joss Whedon – anno 2015)
COMMENTO:
Adrenalinico, elettrizzante, esaltante: un’altra fantastica avventura che, benché meno raffinata del primo episodio della serie, non deluderà chi come me è cresciuto a pane e fumetti della Marvel-Corno! Lo stile è sempre lo stesso, ovvero una grande scorpacciata di effetti speciali nei quali gli americani sono maestri, prospettive di volo mozzafiato, azione a valanghe ed un minestrone di fantascienza intervallata da eroismo ed ironia. Una pietanza ricca che riempie e sazia occhi e fantasia.
Qui e là si intravede qualche idea rubata ad altre storie note e meno note, come gli spostamenti e le fughe di Ultron attraverso la rete internet, intelligenze artificiali che prendono coscienza, tentativi di impadronirsi dei codici di lancio dei missili nucleari per estinguere l’umanità, ma nell’insieme il mix funziona il ché rende indulgenti su certi particolari. Certo non mancano le sbavature come la bruttissima caratterizzazione psicologica di Ultron, la potentissima e terrificante entità negativa, che più che una intelligenza artificiale infinita è stato rappresentato come un tiranno da due soldi, isterico e piuttosto stupido, a partire dalla pessima scelta del doppiaggio, un errore imperdonabile che fa perdere al film almeno il 50% di pathos!
Nel mix della storia si intravede anche qualche tentativo di umanizzazione dei nostri supereroi alle prese con la famiglia, la casa da ristrutturare, un figlio in arrivo, paure, ricordi, rimpianti, autocommiserazione, una miscellanea di ingredienti che comunque rendono più ricco e variegato il fantastico porridge della Marvel.
Permettetemi una precisazione che riconduca la nascita della Visione in ambiti filologici più autentici e corretti: la Visione era un androide la cui caratteristica principale era quella di poter modificare la propria densità molecolare divenendo impalpabile ed inafferrabile come un fantasma (da cui il nome “visione”) o denso come una stella collassata, assieme ad altri stupefacenti poteri che sfuggono alle nostre leggi della fisica. La sua intelligenza artificiale, praticamente illimitata, gli conferiva una capacità di giudizio al di sopra delle passioni umane, il che rendeva la Visione un supereroe enigmatico dalle sfumature spirituali, praticamente invincibile; invincibilità e carisma che non si evincono invece dalla pellicola di Joss Whedon, che sembra far uscire il nuovo supereroe dal pentolone di Maga Magò della Disney: una manciata di intelligenza artificiale, un pizzico di vibranium, un pugno di energia ed il pasticcio è fatto. Il modo maldestro in cui l’essere nella “culla” prende vita ricorda le modalità con le quali il dott. Frankenstein da vita alla sua creatura nel mitico romanzo di Mary Shelley; nella versione della Marvel, durante una lotta tutti-contro-tutti tra coloro che volevano portare a termine l’esperimento e coloro che ne temevano le irreparabili conseguenze per il genere umano, sarà il Dio del Tuono Thor ad evocare con il suo mitico martello il fatidico fulmine che porterà alla vita la creatura. In pratica la super new entry è il risultato di un incomprensibile conflitto di interessi tra Ultron, Tony Stark e Bruce Banner, Thor e i gemelli “Potenziati”. La confusione e l’ambiguità della sceneggiatura sono tali che dopo venuta al mondo della Visione gli attoniti astanti si chiedono da che parte starà quel misterioso essere!
Più osservo la filmografia made in U.S.A. e più Hollywood si conferma la vera arma di distruzione di massa statunitense: un’arma da guerra micidiale capace di trasformare un tempio buddista nepalese in un McDonald’s dove al posto del thè caldo con il burro di yack ti servono un mega cheeseburger! I messaggi subliminali avvolgono e seducono le menti rappresentando gli americani ed la loro divinità tecnologica come la soluzione ad ogni miseria e sofferenza umana; questa volta il popolo da salvare è un non ben identificato popolo appartenente ad una ben identificata area geografica di chiara influenza sovietica, messo in salvo dai nostri eroi e dalla portaerei volante dello S.H.I.E.L.D., guidata da un provvidenziale capitano Fury (ogni riferimento alla crisi ucraina è puramente voluto).
Ma considerazioni politco-militari a parte, il film, a parte qualche buco nella sceneggiatura ed la brutta caratterizzazione del cattivo, è ottimo nel suo genere e assolutamente da non perdere!
Allora godiamocelo, basta essere consapevoli …