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Avere rivali in amore è di gran lunga meglio che non averne: Drosophila melanogaster docet

Da Naturamatematica @naturmatematica

Avere rivali in amore è di gran lunga meglio che non averne: Drosophila melanogaster docet

Drosophila melanogaster

ResearchBlogging.org

A volte siamo indotti istintivamente a credere che la rivalità in amore sia solo un inutile dispendio energetico, e che sia molto meglio cercare di evitare in ogni caso il confronto diretto con possibili competitori affinché tutto fili liscio come l'olio, senza intoppo alcuno. Il fatto però è che spesso noi umani trascuriamo l'importanza della conquista, perché siamo abituati ad una vita fatta di troppi comfort e comodità, senza sofferenze; per molti animali, invece, che non hanno neanche la più pallida idea di cosa sia la vita comoda, sembra che conquistarsi qualcosa "con le unghie e con i denti" - è il caso di dirlo - sia la strategia vincente più di qualsiasi alternativa indolore.
Secondo una scoperta recente condotta dagli studiosi della University of East Anglia (UEA) e pubblicata sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, tramite uno studio condotto sull'arcinoto moscerino della frutta Drosophila melanogaster, i moscerini maschi  cambiano di continuo il loro comportamento di accoppiamento a seconda che abbiano o meno trascorso del tempo con altri maschi rivali prima dell'accoppiamento. Pertanto, sembra che la socialità possa influire con plasticità e a breve termine sul successo riproduttivo del singolo individuo.
In precedenza, il teamUEA aveva scopertoche, nell'ambito di unsingoloaccoppiamento, i maschi che erano stati espostiaimaschi rivali prima dell'accoppiamento, avessero una durata d'accoppiamento significativamente maggiore. I ricercatori questa volta hanno cercato di capire se i maschi potessero cambiare il loro comportamento quando inseriti in una serie di differenti contesti sociali, cambiando questi ultimi ripetutamente affinché i maschi incontrassero più o meno rivali per l'accoppiamento, da situazioni di assenza di rivali all'estremo opposto. Il comportamento dei moscerini maschi nell'accoppiamento si è rivelato piuttosto variabile a seconda del grado di rivalità con altri maschi sperimentato: in particolare, i maschi che sono entrati maggiormente in competizione con altri maschi, hanno riscontrato un maggiore successo riproduttivo. In particolare la durata dell'accoppiamento si è rivelata piuttosto variabile e sensibile a seconda delle situazioni, suggerendo un comportamento plastico e non dipendente unicamente dal patrimonio genetico individuale. 
Avere rivali in amore è di gran lunga meglio che non averne: Drosophila melanogaster docet
Più in dettaglio, i cambiamenti nei tempi sono stati accompagnati da una maggiore prole (a sua volta fertile) soltanto in situazioni in cui i moscerini erano stati "stressati" passando da una competizione nulla ad una massima con altri maschi; in un percorso inverso, ossia da massima a nulla competizione, solo la durata dell'accoppiamento è scesa al di sotto dei livelli di controllo, ma non la quantità di prole, indicando che probabilmente i benefici derivanti da un maggiore investimento energetico in riproduzione quando si incontrano rivali superano quelli derivanti da un minore investimento energetico causato dall'assenza di rivali.
Avere rivali in amore è di gran lunga meglio che non averne: Drosophila melanogaster docet
Una delle ragioni più plausibili di questo comportamento potrebbe stare nel fatto che i maschi investono più energia quando si accorgono di dover entrare in competizione per una femmina e c'è un'elevata probabilità che quest'ultima possa accoppiarsi di nuovo con un altro maschio. Se i maschi, viceversa, notano l'assenza di altri potenziali rivali, non si aspettano di dover competere, per cui l'investimento in energia è senz'altro inferiore e "ci si spreca di meno", detta in soldoni :-). Tale studio potrebbe essere alquanto utile in situazioni in cui bisogna migliorare la fertilità dei maschi e, di conseguenza, la fitness (successo riproduttivo) di una specie utile all'agricoltura oppure alla lotta biologica, perché potrebbe essere sufficiente modificare opportunamente il contesto di socialità della specie. Ed è un'ulteriore conferma che i geni di un individuo, senza la sinergia con dei fattori ambientali esterni, non sono tutto.
Bretman, A., Westmancoat, J., Gage, M., & Chapman, T. (2012). Individual plastic responses by males to rivals reveal mismatches between behaviour and fitness outcomes Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences DOI: 10.1098/rspb.2012.0235

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