Avremo sempre Parigi…

Da Strawberry @SabyFrag

Il riferimento è al film Casablanca. Non guardate il finale in italiano su youtube perché lì dice una cosa diversa, ma se conoscete il film nell’originale la frase è proprio quella…tutto questo per dire che questo viaggio mi è rimasto nel cuore…io e amorcito avremo sempre i giorni e i ricordi che questa magica città ci ha regalato…

Non vi starò qui a elencare tutto quello che ho visto, ci sarà modo e tempo di farlo più in là, ma mi piacerebbe rivivere con voi le sensazioni che questo viaggio mi ha dato, le emozioni che ho vissuto. Perché Parigi emoziona, altroché se lo fa e se qualcuno vi dice che è tutta suggestione, che è il solito specchietto per turisti, beh non ci ha capito molto…

Siamo atterrati di sera. Dalla navetta che dall’aeroporto ci trasportava in città, i miei occhi sonnecchianti osservano le prime luci delinearsi all’orizzonte…lei, la torre, è forse la prima cosa che vedo e tanto basta a farmi dare una gomitata a amorcito che ronfava accanto a me…siamo arrivati davvero!

L’ostello è semi-scandaloso, ma ciò che altrove mi sarebbe parso fatiscente, in quel di rue Oberkampf (nome tedesco sempre per l’inclinazione innata a confondere le acque) mi appariva solo decadente e molto, fin troppo, bohémien: tetto mansardato, finestra con i vetri decorati (probabilmente non più ritoccati da quando l’art noveau andava di moda) e rete fognaria ed elettrica risalente probabilmente agli anni di Baudelaire…si, era la classica stamberga, ma non era così tremenda e poi noi eravamo felici lo stesso.

La zona è, infatti, quella del Canal Saint Martin che nel fine settimana si riempie di giovani e ad ogni angolo ci sono locali e capannelli di gente che mangia, beve, ride e scherza fino a tarda notte...La prima sera è stato un piacere scoprire la zona con tanta compagnia e nei giorni successivi abbiamo scovato un bistrot davvero niente male, gestito da persone piacevoli e molto gentili, si vedeva che la cortesia era di casa così come anche la buona cucina…che ha conquistato la nostra simpatia e il nostro palato!

Passeggiando per la città, noti come i parigini siano davvero i nostri “cugini”. Ci somigliano in fondo e non sto dicendo una bestemmia! Li guardo mentre parlano, si arrabbiano, si divertono e rivedo gesti ed espressioni facciali, abitudini e vizi che mi ricordano un po’ i nostri. Certo differenze ce ne sono, ma nel complesso li ho ritrovati molto più simili a noi che - e qui ne sto dicendo una grossa - gli spagnoli da me tanto adorati.

Certo che non si tratta di cliché quando si parla di baguette: “i francesi non le mangiano, sono luoghi comuni, bla bla…”. Sciocchezze. I francesi ci sguazzano nelle baguette. Non c’è stato giorno che non ho visto un bambino, un adulto o un vecchietto portare trionfante questo filone di pane, quasi sempre con la punta “smozzicata”, con il segno della loro arcata dentale sulla mollica come a voler rivendicare una proprietà materiale ma anche culturale, quella della baguette portata in giro, sotto braccio, con metà della pagnotta fuori dalla carta…ad affermare: siamo francesi e ci piace!

Che poi la magia della città la ricrei anche tu: soffermandoti su un ponte a guardare la Seine; alzando gli occhi verso l’alto, oltre tutti quei monumenti meravigliosi, per guardare un cielo inaspettatamente chiaro e luminoso, osservando il panorama che si stende ai tuoi piedi quando arrivi a Sacro Cuore, ma anche passeggiando tra la folla di Rue de Novis e Place du Tertre

…e poi una sera sei in un bistrot nel Marais, fanno musica dal vivo, la gente è cordiale e felice, tu sei lì con la persona più importante della tua vita, alzi lo sguardo verso una finestra del palazzo di fronte e ci vedi la luna piena, splendida, che si riflette dentro…e ti emozioni e pensi che quello è uno di quei momenti che ricorderai per sempre, che ti tornerà in mente quando sarai giù e penserai che cose così belle capitano quando meno te lo aspetti…

I giorni si sono succeduti frettolosi, portandoci ogni mattina nuove cose da fare, da vedere: avevo un programma serratissimo, lo ammetto, la sera si arrivava stanchi morti e amorcito ha cominciato a guardarmi in cagnesco dopo il secondo giorno, ma c’è così tanto da vedere a Parigi!!!!! Quartieri, zone, musei, monumenti, addirittura cimiteri…come due trottole abbiamo girato la città, su e giù. Vetrate scintillanti, statue trionfanti, i mitici gargoyles, gli edifici simbolo della città, le tombe di artisti prestigiosi…La sera i piedi chiedevano pietà ma i miei sogni non erano così belli da tempo!

E poi non sono mancati i momenti di relax…il più bello? Il tè alla menta alla Moschea di Parigi. All’interno di un cortile lontano dal caos del traffico e dei turisti, ci si rilassa con il cinguettio degli uccellini che lì sono di casa (e non è raro rischiare la vita per un planata d’ali troppo vicina alla propria testa!) e il sapore delizioso di questo tè preparato secondo la tradizione araba…

Abbiamo fato all’incirca 1000 scalini e visto la città dalla cima di molti luoghi famosi, ma l’ultima sera ci siamo regalati una vista mozzafiato e ineguagliabile: quella che si vede dalla cima della Tour Eiffel. Avevamo fatto visita alla torre fin dal primo giorno ma vederla di sera è davvero tutta un’altra cosa…camminare lungo i Campi di Marte lasciandosi abbagliare dalle mille luci della torre…e poi salire, salire, fino al secondo piano e già meravigliarsi, stupirsi di fronte a ciò che si vede e ancora salire, fino alla cima e lasciarsi travolgere dall’emozione di vederla lì tutta distesa, la città dalle mille luci, la Ville Lumière, così meravigliosa e inconfondibile…prima di partire avevo pensato alla Tour solo come una meta kitsch, un altro luogo comune, non volevo spenderci troppo tempo…beh, sarà forse la meta più banale della città, ma merita e chissene se appari come il turista medio, i ricordi che ho di quella sera sono come fuochi d’artificio nella mia testa ed è bellissimo riguardare le foto e ripensare a cosa ho potuto ammirare con i miei occhi…

Il giorno della partenza è stato un giorno grigio. In tutti i sensi. Il sole che ci aveva accompagnato per l’intera vacanza si era volatilizzato, sostituito da una cupa e triste nuvola portatrice di pioggia. Nell’autobus che mi riportava in aeroporto ripensavo a quando Parigi non era neanche una delle mie mete preferite, che ci sono luoghi che spasimavo di vedere molto più della capitale francese. Quando abbiamo deciso di partire per Parigi si è trattato più di una convergenza di convenienze che altro: la vicinanza dell’aeroporto, il periodo giusto per partire. Nelle settimane che hanno anticipato la parenza ho iniziato ad avvertire la tipica adrenalina pre-partenza, con impazienza mi sono studiata la guida e i suoi mille percorsi, eppure ancora non credevo la città mi avrebbe fatto questo effetto…visitare Parigi è stato scoprire cose nuove anche su me stessa e capire che non bisogna mai dare niente per scontato, che nella vita può sempre succedere che qualcosa a cui non si dava troppo peso si riveli essere ciò di cui avevi bisogno, in quel momento e nella tua vita, qualcosa di così prezioso da lasciarti solo stupore e meraviglia e che ti spinge a conservarla ben protetta nel tuo cuore

Parigi è stata una rivelazione, un’illuminazione. Senza contare che grazie a lei ho inserito un nuovo tassello nel quadro dei miei ricordi con luiavrò sempre Parigi, avremo sempre Parigi…e non potrei esserne più felice…

Vi lascio un video homemade con alcune delle foto che ho fatto (ho dovuto comprare un’altra memory card per la reflex perché avevo finito lo spazio!)…spero vi piaccia!


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