In America Latina Mario Vargas Llosa è visto come un intellettuale che inizialmente aveva appoggiato i movimenti politici di sinistra, ma che poi ha “virato” clamorosamente verso destra (proprio come l’ultimo vincitore del Premio Nobel della letteratura latino-americana, il messicano Octavio Paz).
Il Premio Nobel per la letteratura è sempre osservato anche attraverso la lente della politica, in particolare in America Latina dove gli scrittori spesso giocano un ruolo di primo piano come intellettuali pubblici.
Quando la notizia della vittoria di Vargas Llosa si è diffusa sono stati molti gli intellettuali in America Latina che hanno ritenuto meritato il premio, ma ci sono anche diverse le critiche al personaggio pubblico, politico.
Liberale quasi ortodosso, Vargas Llosa sostiene il matrimonio omosessuale e la depenalizzazione del consumo di droga. Tuttavia critica in modo aspro i leader di sinistra come il presidente Hugo Chavez in Venezuela e l’ex presidente Fidel Castro.
Vargas Llosa si considera, soprattutto, un avversario delle dittature, sia a sinistra che a destra.
Nel corso di un’intervista per la CNN, dopo aver ricevuto il Nobel, Vargas Llosa ha fatto riferimento a precedenti regimi autoritari in Perù e anche al regime di Franco in Spagna definendoli obiettivi della sua passione politica.
“Posso in un certo senso dire di essere un esperto di dittature”, ha detto. “Forse è per questo che le dittature c’entrano così tanto nei miei romanzi, e forse è per questo che sono critico di ogni dittatura, senza eccezione”.
In un’altra intervista alla CNN gli è stato chiesto cosa avrebbe detto se avesse avuto la possibilità di incontrare Chavez e Castro in persona. La sua risposta è stata: “Che vadano via, che dovrebbero lasciare il governo, che sono un ostacolo al progresso dei loro paesi.”