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Ayin: il nulla e la conoscenza

Creato il 27 giugno 2012 da Mente Libera

Ayin significa “Nulla” ed è un concetto importante nella Kabbalah e filosofia chassidica . E ‘in contrasto con il termine Yesh (“qualcosa / esistenza / essere / è”).

Secondo gli insegnamenti della Kabbalah, prima che l’universo fosse creato c’era solo Ayin. La Sephirah Kheter, la volontà divina, è l’intermediario tra l’Ein Sof  e Chokmah. Kheter è una rivelazione suprema dell’Ein Sof, che trascende le Sephirot manifeste. Kheter non può essere conosciuta dal pensiero uman, essa non è manifesta, dunque l’Uomo non può arrivare a comprendere i motivi della creazione e del Divino Nulla 

Dunque di fronte a Dio nessuno è sapiente e saggio.Questo è ciò che la Kabbalah indica mediante il termine Ayin = Nulla = Dio. Dio è un Nulla per chi vuole afferrarlo, sfugge indefinitamente alla umana comprensione. E’ troppo complesso ed è infinito, la mente umana non può che vederne le manifestazioni.
Pertanto su Dio l’erudito non è sapiente perchè Dio è Ayin, Nulla e il Nulla non può essere conosciuto, sfugge al metodo scientifico della scienza umana. dio è Inarrivabile. Egli ci pone su sentieri sconosciuti e fa si che li possiamo percorrere, ma il concetto di Ayin ci rende consci che qualunque sentiero porta al nulla perchè Dio è  Nulla.

Questo Nulla non va neanche inteso come un etere o un campo akashico; esso è cosa diversa e causale rispetto alla materia informe che compone l’universo secondo le antiche dottrine esoteriche 

Ma Dio è anche l’Essere; dunque per essere è necessario essere consapevoli di non essere.

Dov Baer, maestro chassidico del XVIII secolo nel Maggid Devarav le-Ya’aqov ci insegna:

“Pensa a te stesso come Nulla e scordati completamente di esistere. Quando vi sarai riuscito, trascenderai il tempo innalzandoti al mondo delle idee, dove ogni cosa è simile all’altra: la vita e la morte, il mare e la terra. Non vi riuscirai, invece, se sei legato alla materia del mondo. Se pensi a te stesso come a qualcosa di reale, allora il divino non potrà compenetrarti, perché il divino è infinito. Nessun vaso può contenere il divino, a meno che tu non veda te stesso come Nulla”.


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