(pubblicato sul blog de il futurista il 18 luglio 2011)
La cantante turca di origini curde Aynur Doğan è stata sonoramente fischiata, venerdì scorso al jazz festival di Istanbul, per aver contato delle canzoni nella sua lingua: al punto da dover interrompere il concerto sotto il lancio di cuscini e bottigliette di plastica (ma non si è assolutamente trattato di un “tentativo di linciaggio“). Per i contestatori, non degli scalmanati ma membri delle élites che gli osservatori stranieri considerano di “mentalità occidentale“, la colpa della cantante è stata di mostrare poca sensibilità dopo la morte di 13 soldati turchi in scontri col Pkk: ma non è forse sintomo di nazionalismo esasperato e di scarsa apertura mentale, invece, mettere sullo stesso piano il terrorismo e la rivendicazione di una specificità culturale, soprattutto in un contesto artistico?