Dopo una lunga pausa, riprende il viaggio di myGenomiX alla scoperta delle aziende di genomica attive sul territorio italiano. Questa volta vi presento g&life, una società specializzata nella vendita di test di nutrigenetica. Nata nel 2009 all’interno dell’AREA Science Park di Trieste, questa azienda è riuscita a portare sul mercato le conoscenze sviluppate negli anni da esperti di genetica e scienze della nutrizione, offrendo oggi due prodotti, acquistabili online sul sito internet. A giugno dell’anno scorso, g&life è stata selezionata tra le migliori 25 start-up del mondo, unica italiana ammessa alla finale della prestigiosa HiT Competition a Barcellona. Per myGenomiX risponde il professor Paolo Gasparini, primario di genetica all’Ospedale Burlo Garofalo di Trieste, docente di genetica medica all’Università di Trieste e referente scientifico di g&life.
I vostri test prevedono l’analisi di una serie di geni del metabolismo. Sappiamo che ogni giorno escono studi di associazione che scoprono nuove varianti genetiche associate a questa o quella condizione: i vostri geni in base a quale criterio sono stati scelti?
In base ai dati più recenti della letteratura e a quelli del nostro gruppo di ricerca. Dal completamento del Progetto Genoma ad oggi, la tecnologia e la ricerca hanno fatto grandi passi. I geni che giocano un ruolo fondamentale nella regolazione del metabolismo sono stati i primi a essere identificati e studiati fin dai primi anni ‘80. Ben 30 anni di studi, analisi, dati a conferma della loro importanza. I 20 geni esaminati dai DNA Personal Test g&life Program sono tutti testati e validati da anni di ricerca e rappresentano quanto di meglio oggi la scienza possa dire nel settore della nutrigenetica, del gusto e delle diete personalizzate.
Oltre al DNA, dite di analizzare anche i gusti e le preferenze alimentari. Come ottenete queste informazioni dal cliente? E in che modo vengono integrate con i dati genetici?
Il test dell’amaro contenuto nel kit g-diet Life Plan è una chiara dimostrazione di come la percezione gustativa sia una caratteristica personale. Ognuno di noi ha una sensibilità ai gusti dettata dal proprio DNA e modulata dall’ambiente, dalla cultura e dalla tradizione. Nel kit si trova anche un questionario dettagliato che ci permette di valutare le preferenze alimentari di ciascuno, per comprendere come-quando-quanto mangia e cosa preferisce. Nutrigenetica e nutrigenomica sono strettamente correlate nella salute di un individuo: i geni dettano funzioni e funzionalità del metabolismo degli alimenti; gli alimenti a loro volta sono in grado di modificare i livelli di espressione genica. La dieta personalizzata deve tener conto sia dei bisogni dettati da età, sesso, attività fisica, ambiente, sia del genotipo. Spesso le diete sono “rigide” nella loro prescrizione: se non vengono accettati certi alimenti, l’individuo spesso non segue il regime alimentare come prescritto o addirittura lo abbandona. Noi integriamo tutti i dati dell’individuo, fenotipo e genotipo, attraverso un sistema semi-automatizzato, sviluppato, brevettato e gestito dal nostro team multidisciplinare, costituito da genetisti, professionisti della nutrizione e informatici. Il procedimento è parte integrante della nostra proprietà intellettuale.
La nutrigenetica e l’analisi dei gusti personali possono anche essere in conflitto. Supponiamo che un individuo abbia un profilo genetico tale da avere bisogno dei glucosinolati contenuti nelle crucifere, ma che però è disgustato dal solo pensiero di mangiare broccoli e cavolfiori. Cosa suggerireste in un caso come questo?
L’esempio dei glucosinolati è molto particolare. Sono sostanze contenute soltanto nelle crucifere e si sono rivelate molto utili nella prevenzione dei tumori, soprattutto quello al seno. Diventa molto difficile prescrivere una dieta che contenga alternative a chi non ne voglia sapere di tutte le crucifere. Il nostro pannello di geni però non è diagnostico e non è un test genetico per la suscettibilità ai tumori. Dà indicazioni di massima sull’eventualità di incorrere in dismetabolismi non solo a partire dalle varianti geniche ma anche sulla base di un comportamento alimentare scorretto. Il risultato è un programma equilibrato e non carente dal punto di vista nutrizionale. In casi particolari in cui la dieta non preveda l’assunzione di nutrienti fondamentali, può essere utile il consiglio di integratori ad hoc; per esempio un vegetariano stretto che non mangia pesce dovrebbe assumere omega-3 oltre che naturalmente avere uno stile di vita attivo e non sedentario.
Nella vostra offerta sono presenti due prodotti, g-profile e g-diet Life Plan. Quest’ultimo è molto più costoso, anche rispetto a un test della 23andMe che però analizza centinaia di geni per molte condizioni diverse. Come giustificate questo prezzo? Cosa offre in più g-diet?
L’analisi del DNA è certamente un’importante fonte di informazioni per scoprire come vivere in salute. Ma noi non siamo solo fatti di DNA. Con gdiet Life Plan l’approccio alla persona è olistico, tiene conto di molte caratteristiche e di importanti parametri personali oltre alla genetica: lo stile di vita, l’ambiente, il lavoro, l’attività fisica, il modo di vedersi e come si vorrebbe essere. Quello che si ricava è un quadro dettagliato della persona. I vantaggi della dieta personalizzata gdiet Life Plan sono i seguenti: prevede il consumo degli alimenti più graditi al palato, non comporta drastiche rinunce o modifiche sostanziali delle proprie abitudini, offre una vasta scelta di alimenti per tutti i momenti della giornata
(colazione, spuntino mattutino, pranzo, merenda, cena, spuntino serale) e infine l’assistenza dei nostri esperti specializzati in nutrigenetica.
Il vostro test può essere acquistato senza l’intermediazione di un medico o di un nutrizionista, quindi operate nella modalità nota nel mondo anglosassone con il nome di “direct-to-consumer”. Ultimamente questo settore ha ricevuto molte critiche, soprattutto negli Stati Uniti. Temete delle ripercussioni per il vostro business? Siete sicuri che i vostri clienti siano in grado di interpretare da soli i risultati del test, e modificare il proprio stile di vita in modo corretto?
C’è molta differenza tra refertare geni-malattia e un approccio preventivo, basato su probabilità di incorrere in malattie metaboliche lungo l’arco della vita. Il nostro non è un approccio diagnostico, non consigliamo farmaci né cure o trattamenti. La visione è olistica, l’ottica preventiva e di mantenimento dello stato di benessere. E poi c’è l’aspetto del follow-up: il cliente, una volta consegnato il servizio, non resta solo. Il nostro team di genetisti e nutrizionisti lo segue nel tempo, sia attraverso un filo diretto (un numero di telefono e una mail a disposizione dei clienti che hanno acquistato g-diet Life Plan) sia attraverso questionari a scadenze regolari. I feedback raccolti sinora, ci hanno indirizzato allo sviluppo di servizi specifici e ad alto valore aggiunto legati al post-vendita. Ritorno a sottolineare che la genetica è solo una parte del servizio g-diet Life Plan e non si tratta di genetica fai-da-te. Per quanto concerne l’interpretazione del cliente, non refertiamo il tratto genetico ovvero la sequenza come tale. Primo perché la legislazione non lo permette, secondo perchè solo un esperto genetista sarebbe in grado di interpretare nel modo corretto. La dieta, elaborata da esperti nutrizionisti g&life, tiene conto delle caratteristiche individuali, quindi risulta facile da seguire, ha maggiori probabilità di successo e garantisce un peso forma nel tempo. Il report è formulato in modo semplice e pratico, facile da leggere e non ha bisogno dell’interpretazione di uno specialista.
Lei è anche il responsabile scientifico della spedizione Marco Polo 2010. Cosa dicono i primi risultati dei test genetici effettuati sulla via della seta? Pensate di integrare il pannello di SNPs testati da g-diet anche con queste nuove scoperte?
Al momento non abbiamo ancora risultati. Siamo rientrati da poche settimane e speriamo di ottenerli nei prossimi mesi una volta analizzato tutto il database e i dati genetici.
Ho apprezzato molto l’idea di aprire un blog sul progetto. Secondo il suo punto di vista, pensa che in Italia si faccia una informazione scientifica adeguata sui temi della genetica?
In rete si “condivide” ed è questo il metodo migliore per collaborare, innovare e progredire. In Italia si potrebbe fare molto meglio, ma questo riguarda tutta la comunicazione scientifica e non solo quella genetica.
Ringraziando il prof. Gasparini, colgo l’occasione per ricordare che il mio blog è sempre aperto ad accogliere nuovi interventi da parte di aziende italiane che operano nel settore della genomica: scrivetemi! Se deciderete di acquistare i servizi offerti da g&life ricordatevi di citare myGenomiX: sarà uno stimolo per continuare a curare questo blog con sempre maggiore impegno e dedizione.