Vita dura per vecchi e nuovi capigruppo Pd in Regione.
Nel mirino della procura, incalzati dai giornalisti, stressati dall’atmosfera sospesa che si respira in Regione.
E ora anche presi di mira dagli autovelox.
“Azzo” commenta Anna Pariani su Facebook, a cui spetta il fardello di condurre l’acciaccato Pd in Regione dopo l’era Monari, vittima della “graticola mediatica” (è sempre lei a parlare) di questi giorni.
Pariani vede nero. E pare sentirsi già vittima del sistema.
C’è da capirla, dopo una giornata passata a rispondere ai giornalisti, pensava di riposarsi presentando la mozione Cuperlo (e qui l’Azzo sarebbe di rigore). E invece chi ti incontra? L’implacabile occhio del velox che la immortala sopra il limite. Vita dura quella del capogruppo. E dire che, a giudicare dall’accanimento riservato a Monari dai ‘compagni’ di partito, molti maligni hanno pensato che in tanti volessero sgomitare per quel posto.
E invece… che faticaccia! Ma proviamo a rispondere alla domanda che pone la Parinai.
Come si chiama questa? Tracotanza, spocchia?, boria, arroganza, mancanza di senso del reale.
A leggere quello che scrive cose salta la mosca al naso.
a) perché il lavoro che i giornalisti fanno deve essere considerato una rogna?
b) non lo ordina il medico di fare il capogruppo Pd
c) “beccare l’autovelox” dovrebbe portare a un’unica considerazione: “ho sbagliato, ho messo in pericolo altra gente andando troppo veloce, non succederà più”. E basta.
d)Certo, è esattamente questo che si aspetta dica un politico il cui ristretto gruppo di colleghi è nell’occhio del ciclone per uno scadalo. Azzeccato.
Facebook è un social network, ed esistono professionalità specifiche per gestire la comunicazione sui social. Chi non ne conosce le norme rischia scivoloni di questo tipo.
“…Azzo! Qualcuno sa dirmi come si chiama questa!?!”, scrive lei.
E la gente risponde “è la giusta punizione”, o “è la normalità per i cittadini stressati e vessati”, e ancora “non vi preoccupate …..alla fine si paga con i soldi della Regione…..basta leggere e vedere gli scandali che hanno fatto tutti..”.
Meglio evitare e mordersi la lingua, no?
O meglio ancora: riflettere su se stessi, su cosa vuol dire una uscita del genere, su quanto si è lontani dal soddisfare le aspettative di chi vi ha letto, e dove si è sotterrato quell’afflato al servizio pubblico che ora non ha respira più.