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Il Messico sconfigge l'Italia per la prima volta nella storia: 2-1 il risultato in favore dei centro-americani (reti Vela e Medina, gol di Bonucci per gli azzurri). Una premessa è d'obbligo: la nazionale di Lippi proveniva da 10 intensi giorni di allenamento in altura al Sestiere, mentre gli avversari erano reduci dalle amichevoli con Inghilterra, Olanda e Gambia. In campo, dunque, si è vista chiaramente una determinante differenza quanto a condizione fisica, con i nostri calciatori appesantiti e sempre in ritardo sulla palla rispetto ai messicani. Attenuanti a parte, alcuni aspetti preoccupano e non poco. La difesa, per anni punto di forza di tutte le selezioni italiche, appare molto vulnerabile: Cannavaro, ormai è chiaro da tempo, è lontano anni luce dai fasti del 2006, mentre Bonucci, pur positivo nel complesso, in alcune circostanze pecca ancora di inesperienza. Serve come il pane il recupero di Chiellini nel reparto arretrato, possibilmente non da terzino sinistro (come auspica il ct), bensì da difensore centrale. A sinistra, infatti, si è ben disimpegnato Criscito, tra i pochi a salvarsi in una giornata davvero opaca. L'Italia, inoltre, è completamente priva di un'identità di gioco. L'esperimento del 4-2-3-1 è completamente fallito: con gli esterni Iaquinta e Di Natale praticamente schierati sulla linea dei centrocampisti, si è ritrovato solo in avanti Alberto Gilardino, cui non sono giunti i rifornimenti sperati. Lo stesso Pirlo, affiancato dal solo De Rossi in mediana, vede affidarsi maggiori compiti di copertura, con inevitabile appannamento in fase di impostazione (come avvenuto al Milan in questa stagione). A mio avviso inadeguata, infine, la soluzione di schierare Marchisio sulla trequarti, apparso spaesato in un ruolo non adatto alle sue caratteristiche tecniche. Ultimo dato allarmante è la mancanza totale (ma si sapeva sin dalle esclusioni di Cassano e Balotelli) di un giocatore in grado di illuminare la manovra con le sue giocate. E' un'Italia operaia, con tanti giocatori dediti alla causa, ma poco propensi ad inventare. Ciò rende l'azione lenta e prevedibile, con conseguente latitanza di occasioni da rete. Tra due giorni ultima amichevole contro la Svizzera, poi inizierà l'avventura sud-africana: con il Paraguay servirà un'Italia diversa nel corpo e nello spirito.
Federico Militello
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