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B – Bankers

Creato il 07 febbraio 2012 da Tnepd
B – Bankers
«Gli italiani sono fermi, come struttura mentale, al posto fisso, nella stessa città e magari accanto a mamma e papà, ma occorre fare un salto culturale.» Anna Maria Cancellieri, ministro dell’Interno.Mario 9000 sarebbe anche un’intelligenza artificiale simpatica, se non avesse attorno delle vecchie befane che ci fanno girare i coglioni con i loro discorsi da zie ricche di merda. Se non avesse attorno dei banchieri, anch’essi di merda che, siccome non hanno più un euro perché se li sono fottuti tutti a giocare al Gran Casino Borsa Mondiale, vogliono toglierci il posto fisso così hanno la scusa per non erogare più i loro mutui del cazzo.Eh si, ci eravamo un po’ illusi che gli invasori ultracorpi sciolti fossero benevoli, ma si stanno rivelando i rettiliani che sono. Invasori finto-buoni come i Visitors, ricordate la serie di fantascemenza degli anni ’80? Elsa piange come la madonnina di Civitavecchia e noi ci caschiamo, ma sotto la scorza da borghesona torinese con il tailleur di Chanel anni ’60 – a proposito di modernità, ha una bella pelle verde da pitonessa. Un giorno scopriremo che lei e Mario, quando si ritirano nelle loro stanze, ingoiano topi vivi. E lei, la feldmarescialla agli Interni, la suocera che tutti noi vorremmo avere? Cos’è ‘sta storia ancora dei bamboccioni? Vi si è rigato il CD? Perché lei e gli altri B- Bankers parlate sempre e solo ai giovani degli altri e fate i liberisti con i figli degli altri? Sturatevi bene i circuiti, spremetevi il cervellaccio rettiliano e ascoltate. Ma lo sapete che i nostri figli – soprattutto quelli del Sud – sono abituati a percorrere centinaia di chilometri per andare a studiare in Università migliori di quelle della città natale e ad adattarsi ad andare a lavorare anche all’estero, perfino in Padania? E che, se vivono ancora in casa con mamma e papà è perché permettersi di vivere in una casa propria in autonomia finanziaria, in Italia, è un lusso che molti non si possono permettere? Per non parlare del fatto che quella strana forma di vita che si chiama disoccupato, e che voi raramente incontrate nei vostri salotti, campa solo grazie ai soldi della famiglia o addirittura con la pensione di nonna.  Di che cazzo sta parlando la superprefetta perfetta? Ci vuole spappolare la minchia con il pestacarne perché, dopo essere andati a lavorare in miniera in Belgio per decenni a farci trattare peggio delle bestie e a farci venire la silicosi, ora noi italiani godiamo di un po’ di meritato benessere? Mi dica, feldy, perché dovete menarcela tutti i giorni e rinfacciarci in loop il fatto di aver fatto carriera da sapientoni, di esservi fatti il culo – proprio proprio senza una spintarella eh? – di essere tanto bravi e noi no? Sfigati, bamboccioni, viziati, gné gné. Sembrate quei piccoli figli di borghesi di merda che ci picchiavano da bambini perché non avevamo la Graziella ultimo modello come loro e perché nostro padre –  Dio lo perdoni – aveva la NSU Prinz. Mi faccia capire, Prefetta di Ferro, perché mi ci sto amminchiando da giorni. All’inizio vi abbiamo dato fiducia perché ci avete denanizzato il governo e ora capiamo anche come avete fatto: agguantando il coso per le aziende e tenendogliele bene strette a morsa. Ci avete fatto capire che il vostro nobile compito è quello di eliminare la giungla di contratti precari che ci ammorbano, per spargere equità a piene mani.
Poi però le befane se ne escono con la frasetta che non ha nulla di programmatico ma è pura ideologia. L’ideologia del “posto fisso a noi” e in culo a voi.Noi dobbiamo inventarci un nomadismo lavorativo, uno spirito di avventura da senza-radici e senza-legami che non ci appartiene più perché i viaggi all’estero li abbiamo fatti tutti in passato, perché abbiamo riempito con la nostra merda tutte le fottute fogne del mondo, dalle Americhe all’Oceania.  Dobbiamo rinunciare alle radici che, da vecchi alberi secolari, abbiamo messo magari in una cittadina di provincia che, con le sue piccolezze e mancanze, ci piace perché lì conosciamo tutti e la cosa ci dà un bel senso di appartenenza; dobbiamo sacrificar…… no, che facciamo piangere Elsa – perché voi dovete mantenere i prodotti degli schizzi dei vostri mariti in un bel posto fisso, anzi due contemporaneamente, con il culo bello al sicuro, che così si fanno una bella carriera, ammamma? Come la brava mamma cagna Elsa, che ha sistemato la cucciola in un luogo dove non la scardinerà mai nessuno, l’Accademia dei Raccomandati, e che ora viene ad abbaiare la lezioncina a noi come uno stronzettissimo yorkshire con il collare di Swarowsky? Solo per il fatto di costringerci a dar ragione per una volta a Libero, andrebbe presa a schiaffi a tarantella. Vedete, mie care sapientone, che ho ragione, che è l’ultimo stadio della lotta di classe: noi classe dirigente nell’Arca e voi paria in culo al mondo che crolla sotto i colpi che gli abbiamo inferto con la nostra ingordigia?  “Spalmare le tutele”? Cominciate a spalmare la nutella puzzolente da casa vostra. Io però sono più ottimista di Gianalessio perché so che queste situazioni, dove la pretesa del mantenimento di un odioso privilegio da parte della classe dominante è più evidente di uno scarafaggio sul tappeto bianco, prima o poi, storicamente, finiscono nel simpatico gioco di società della Ghigliottina. Voi ci mettete le teste, al resto, compreso al raccoglierle per il definitivo lancio nel cesto alla Shaquille O’Neal, ci pensiamo noi. Sta tutto pagato. E sarà un divertimento folle allenarci con il tiro da tre con le vecchie teste cotonate. Se volete evitare gli inevitabili play-off, rassegnatevi al fatto che dovete sistemare i conti, rimettere in sesto la baracca e levare le tende, magari per andare a cercare l’avventura in qualche remoto ano del mondo da sverginare con la vostra sapienza.Lavorate in silenzio, sistemate i conti, chiudete quelle vecchie fogne sparacazzate e non rompeteci i coglioni, che ogni limite ha una pazienza.

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