Avete visto “Baarìa”? Ieri, in prima tv su Canale5.
Io ho preferito guardare “Italialand”, lo show di Crozza su la7. Che talento! Bravissimo!
Ho scelto Crozza perché un film richiede una certa concentrazione che in casa non riesco più ad avere. Meno male che esistono i cinema! Ed è lì che ho visto i film che citerò.
Quando penso a “Baarìa”, penso a “La meglio gioventù”. Entrambi i film descrivono il passare degli anni, delle generazioni, i cambiamenti del Paese.
Ai padri si susseguono i figli, è positivo, no? Eppure in questo miracoloso compimento del cerchio della vita subentra la malinconia. Perché i figli non sono i padri, sono altre persone. Ci sono cose che i padri non vedranno mai. Il problema è che spesso non le vedono nemmeno stando accanto ai loro figli. Ogni generazione è un mondo, fatto di usi e costumi. Dal passaggio da una generazione all’altra, rimane qualcosa, ma troppo si perde, e diventa passato, sempre più remoto con l'andare degli anni. Purtroppo non si cambia sempre e solo in meglio, ed ecco che arriva per i figli la nostalgia dei bei tempi in cui i loro padri erano giovani e tutto sembrava più vero e genuino. Sarà forse perché non esistevano ancora o erano troppo piccoli per rendersi conto di tante cose?
“La meglio gioventù” mi ha sempre trasmesso angoscia. I protagonisti non hanno certo vite serene, e il tutto è descritto con una rigidità quasi documentaristica.
In “Baarìa”, la bellezza delle immagini, la poesia dei ricordi, la narrazione dolce come in una favola, mi conquistano e mi permettono di dare a questo film cinque ma anche sei stelline più l’Oscar mancato!