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Baby Blues

Da Madamadore
Forse non tutti sanno, o forse  ero soltanto io a non saperlo, che con questo termine, a mio avviso trés chic, gli inglesi indicano quella che noi, in maniera più tecnica ma anche un pò  più triste, chiamiamo depressione post -partum.L'idea che mi sono fatta su questo fenomeno è che  la depressione post-partum anche se non ce l'hai in qualche modo te la fanno venire.
Il primo contributo viene dato nei primi giorni immediatamente successivi al parto, quelli che la neomamma trascorre in ospedale.Nel nostro paese sempre più ospedali stanno aderendo al progetto "ospedale amico del bambino" che in soldoni significa due cose: bimbo bello ora che sei nato ti metto subito vicino alla tua mamma e ti lascio lì per tutto il tempo notte giorno, giorno e notte; inoltre, visto che sarà la tua mamma a doverti crescere è bene che la stessa inizi a spremersi sin da subito perchè se non te lo dà lei il latte non te lo darà nessuno.(Col senno di poi mi è venuto il dubbio che questa bella storia sia solo una scusa per celare i sempre più frequenti tagli alla sanità.....niente più spese per il nido niente più scorte di latte.... ma diciamo che 'altra storia).Poco importa che la mamma è anche una donna e che, reduce da infinite ore di travaglio o da un parto cesareo, pur  amando il proprio cucciolo più di qualsiasi altra cosa, proprio non ce la fa a prenderlo in braccio ogni volta che piange,  a cambiargli il pannolino ogni volta che serve ad interpretare i suoi silenzi e le sue ninne con serenità,  se  a questo aggiungiamo che il bimbo piange per qualcosa che la mamma in quel momento quasi sempre non è in grado di dargli, il risultato è terribile: il bambino si innervosisce perchè ciuccia ciuccia e non becca niente, la mamma si  dispera perchè suo figlio nemmeno è nato e già la fa sentire una merda!E cosi accade che  tutti i consigli del corso preparto e tutti i libri letti cadano nel dimenticatoio e anche la più serena delle mamme inizia a fare i conti con il temibile senso di inadeguatezza.Tuttavia, in questa fase si tiene duro e ci si consola bramando il ritorno a casa convinte del fatto che lì sarà tutto diverso.Purtroppo non è proprio così, tornate a casa bisogna fare i conti con le visite di amici e parenti che di per sè non sono spiacevoli, se non fosse per gli innumerevoli consigli che chiunque si sente in diritto di potervi e dovervi dare a cominciare da quella simpaticona della vicina di casa che fino al giorno prima manco ti salutava.Detto questo, ancora una volta col senno di poi, vorrei condividere con voi le conclusioni alle quali sono arrivata dopo mesi di riflessione:
  • Oggi il baby blues fa parte del pacchetto "Diventare mamma è....": e cioè bisogna prendere atto del fatto che se una donna  lavora e diventa mamma ad un ètà che non è quella post adolescenziale dopo aver già fatto le sue esperienze e conquistato i suoi spazi  l'arrivo del bébé  è come quello di un fulmine al ciel sereno.
  • Il baby blues come viene se ne va. Ci sarà un momento  in cui quella frase che ci frulla per la mente: "ma chi me l'ha fatto fare ridatemi la mia vita " e che ci fa sentire terribilmente in colpa lascerà definitivamente il posto ad un approccio più consapevole e sereno.
  • Purtroppo bisogna ammettere che in questa fase i nostri amati mariti e compagni possono ben poco (a meno che di mestiere non facciano gli ostetrici) e quindi è meglio non disdegnare l'aiuto di chi per queste vie ha già transitato, se poi la persona in questione è anche la nostra mamma ben venga.
  • Le mamme non sbagliano mai!


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