Baby prostitute, la storia dell’uomo che denunciò lo scandalo

Creato il 01 marzo 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online
mar 1, 2014    Scritto da Luca Schilirò    Attualità, Cronaca    baby prostitute 0

Baby prostitute, la storia dell’uomo che denunciò lo scandalo

Quello delle baby prostitute è un fenomeno sempre più diffuso. Ma l’episodio avvenuto a Ventimiglia si discosta da tutti gli altri del suo genere.

La versione ligure dello “scandalo Parioli”, infatti, ha una particolarità Cioè la storia di un uomo che risponde ad un annuncio sul web e organizza un incontro “hot” con due donne, ma quando le vede scappa scandalizzato e va direttamente dalla polizia a denunciare tutto.

Le due “donne”, infatti, erano in realtà due ragazzine di 14 e 15 anni che si prostituivano per racimolare qualche soldo in più. Vendevano il loro corpo, nella zona di Ventimiglia, per 30 o 50 euro a rapporto, soldi che poi spendevano per vestiti, cosmetici o per serate nei locali della movida ligure.

Le due studentesse avevano un “portfolio” di centinaia di clienti, secondo i risultati delle prime indagini condotte dalla polizia. Spesso padri di famiglia, alle volte con figli (probabilmente anche della stessa età delle due ragazze), nella maggior parte dei casi imprenditori, professionisti, commercianti. Alcuni anche provenienti da altre province.

Questi sono infatti i dati emersi dai pc e dai telefoni cellulari delle due studentesse, sequestrati dagli inquirenti. Ad ora, sono cinque le persone indagate per prostituazione minorile, ma non è detto che l’inchiesta possa allargarsi e coinvolgere altre persone. Il reato prevede pene da 2 a 5 anni, dal momento che c’è un’aggravante: le prestazioni sessuali avvenivano con persone non solo minorenni, ma al di sotto dei 16 anni.

Questa storia, purtroppo non molto diversa da tante altre quasi quotidianamente riportate dalla stampa italiana (una su tutte il caso delle baby prostitute dei Parioli, a Roma), ha però una sua particolarità.

L’uomo che ha deciso di denunciare il tutto alla polizia ha compiuto un gesto che, a modo suo, ha dell’ammirevole. Ha scelto di parlare, di raccontare, pur dovendo ammettere pubblicamente la sua “abitudine” non proprio encomiabile di cercare rapporti sessuali su siti di incontri.

Avrebbe potuto andarsene, avrebbe potuto concludere quello per cui era andato fin lì. Invece ha fatto una scelta diversa, “salvando” di fatto le due ragazzine, probabilmente ancora troppo giovani per capire le implicazioni del loro gesto, da un futuro nero. Da una fine già scritta.

Da qui a fare dell’uomo un eroe, ce ne passa. Non è certo questa l’intenzione. Una riflessione, però, è doverosa: lui ha avuto il coraggio di vedere, e denunciare, quello che prima di lui altre centinaia di persone avevano scelto di ignorare.


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