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Trovo inaccettabile che, per reperire un film italiano di genere, ci si debba rivolgere al mercato straniero. Questo vale tanto per opere "storiche" quanto per i film di registi contemporanei. Trovo inaccettabile, ad esempio, che anni fa per avere il dvd di Bad Brains di Ivan Zuccon mi sia dovuto rivolgere al mercato tedesco, ma tant'è!Di Zuccon ho parlato quando recensii La Casa Sfuggita. Bad Brains è il quarto lavoro del regista ferrarese, uscito nel 2006 e prodotto da Emanuele Cerquiglini (assieme a Valerio Zuccon e il regista stesso), che trasformò in un lungometraggio quel che era nato come corto (basato sul racconto Just Before Delirium di Enrico Saletti).
Alice e Davide sono due killer seriali. Sorella e fratello ma allo stesso tempo amanti, rapiscono, seviziano e uccidono le loro vittime sotto l'occhio muto di una telecamera per poi cercare qualcosa all'interno dei loro corpi. Un giorno però il misterioso Mirco irrompe nella loro casa affermando di essere legato indissolubilmente a Davide.
Bad Brains sarebbe potuto essere l'ennesimo torture porn basato sulle perversioni del voyerismo e sullo splatter più estremo fatto di sangue, carne e sbudellamenti. In fondo siamo nel 2006, in piena era Saw e nel decennio del new horror francese (Alta Tensione di Aja è del 2003), sarebbe stato lecito aspettarsi dal più alto esponente dell'horror indipendente italiano qualcosa che si ricollegasse alle tendenze internazionali di quegli anni. E invece no: la prima cosa che lascia straniti in un film come Bad Brains è il modo in cui un argomento tanto abusato e le regole di un genere nuovissimo e molto quotato vengano stravolti e piegati a una logica più psicologica che carnale. Come i suoi personaggi, Zuccon scava nei corpi martoriati delle proprie vittime (i personaggi stessi) alla ricerca di quel qualcosa verso cui l'horror contemporaneo sembra aver perso interesse: l'anima. Per questo mette da parte le tematiche di stampo lovecraftiano - comunque presente, quasi Zuccon non ne potesse fare a meno - e si concentra sulla psicologia dell'orrore, su un male umano e reale - ma non realistico.
Girato in digitale, Bad Brains è il film di un regista che ha sempre fatto di necessità virtù a causa di budget irrisori. La pellicola è affetta dai tipici difetti di produzioni come queste: pochi mezzi, attori scarsi (anche se Emanuele Cerman è realmente inquietante e Valeria Sannino bella come poche cose al mondo) e un'estetica televisiva. Ma non è solo di difetti fisiologici che si tratta: il vero problema sta in fase di scrittura. E infatti la sceneggiatura (scritta da Ivo Gazzarrini) non convince, con quel tentativo finale di far quadrare tutto che, francamente, non serviva. L'orrore non ha bisogno di spiegazioni e lasciar tutto nel vago avrebbe facilitato la sospensione dell'incredulità. Non può nemmeno definirsi spiegone la parte finale, poi, essendo in realtà il momento della consapevolezza di uno dei personaggi, ma di certo se ne sarebbe potuto fare a meno perché alla fine le cose continuano a non quadrare, malgrado gli sforzi.
Zuccon però è un regista vero, pieno di intuizioni che poi sa rappresentare. I suoi film hanno forza visiva, la sua rappresentazione dell'orrore è perfetta; sesso e violenza espliciti, abbondanti ma mai protagonisti, sono strumenti e non oggetto di indagine, un modo come un altro per penetrare l'oscurità insita nell'uomo, il male nella sua forma più terribile. Sono allora i momenti onirici e le digressioni psicologiche a fare il film e a dar forza a una scenografia povera e malsana o a prove attoriali imperfette.
Bad Brains è un bel film che apre la strada ad opere meglio costruite e dal grande impatto emotivo, una rappresentazione in divenire del punto più alto raggiunto da Zuccon nei suoi film successivi. Peccato che godere delle sue opere sia più complicato che girarlo, un film. Ma questa si sa: in Italia non è una novità!
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