a cura del personale militare e civile imbarcato
“Questa terra non assomiglia ad alcun altro luogo.
La Sardegna è un’altra cosa:
incantevole spazio intorno e distanze da viaggiare,
nulla di finito, nulla di definitivo.
È come la libertà stessa.”
Con queste parole, Lawrence, nel 1921 tesseva le lodi della Sardegna definendola un luogo “fuori dal tempo e dalla storia”. Oggi è una Regione in ginocchio che piange i suoi 17 morti, e prova dignitosamente a rialzarsi e a riemergere dal fango dell’alluvione che l’ha colpita lo scorso 18 novembre 2013.
Un fermo immagine, un simbolo, 12 cuori che battono all’unisono dal ponte di volo della Portaerei Cavour. È bastata la familiarità dell’accento linguistico, un sorriso ed un passaparola a radunare tutti i sardi presenti a bordo nel corso di una sosta Operativa in Bahrain. La presenza della bandiera dei 4 mori è la testimonianza tangibile del cordone che lega ogni sardo al suo amato territorio.
Non uno scatto qualunque, non un sorriso rubato, vi è stata in questa iniziativa la piena consapevolezza di voler essere uniti nello spirito di rinascita. Sguardi fieri e animi coesi, gli stessi che operano e cooperano all’interno del 30° Gruppo Navale impegnato nella Campagna “Il sistema Paese in movimento”.
A concludere sono le parole pronunciate per l’occasione da coloro i quali hanno pianto in silenzio lacrime amare per la loro terra:
Terra mia dolce e bella,
brilli tanto, più di una stella,
sei aspra tenace e forte
e te nel cuore avrò fino alla morte.