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Baktun, la prima telenovela in lingua maya

Creato il 25 luglio 2013 da Sulromanzo
Autore: Daniele DusoGio, 25/07/2013 - 14:30

baktun, telenovela in lingua mayaPuò una telenovela salvare la lingua e la cultura di un popolo? Forse no, ma anche senza scomodare Todorov o Rigoberta Menchú vogliamo credere che possa quantomeno dare un bel contributo. Di sicuro della bontà del progetto è convinto Carcamo Arvide, regista sudamericano che ha girato una miniserie (sono solo 30 episodi) con attori non professionisti che hanno recitato esclusivamente in lingua maya.

La telenovela che fa invidia a Mel Gibson (che dieci anni fa girò la sua Passione di Cristo recitata in aramaico, ebraico e latino) si intitola Baktun, che in lingua maya è il ciclo del calendario (lo stesso divenuto famoso sul finire dello scorso anno, quando ovunque si citava una profezia maya che voleva la fine del mondo in corrispondenza della fine del baktun, un ciclo di 5.200 anni) e ha esordito sui teleschermi messicani una decina di giorni fa, e già di parla di un interessamento da parte di televisioni di altri Paesi della stessa area geografica.

Girata nello Stato del Quintana Roo, nella penisola dello Yucatan, Baktun porta sulla scena i volti della gente locale, ma soprattutto le voci, la lingua e la cultura. E dunque niente baci o scene hot (dato che le effusioni prima del matrimonio sono proibite dalla cultura maya) e niente intrighi sentimentali che, invece, di consueto fanno da pilastri alle opere analoghe di produzione sudamericana. Quasi che puntassero, i Maya, a reagire così, con cinquecento anni di ritardo, ai conquistadores e alla loro cultura padrona.

La storia narrata in Baktun è quella di un giovane, Jacinto, che lascia il suo villaggio natale per cercare fortuna a New York, costretto a tornare per assistere il padre morente. Arrivando tardi sarà costretto a superare accuse di tradimento dalla sua gente, per farsi nuovamente accettare dalla quale sarà costretto a un percorso di riscoperta della propria cultura.

Girata in pochissimo tempo (circa 5 settimane) e con un budget ridottissimo (181 mila euro), Baktun potrebbe tuttavia andare a costituire un ottimo precedente per la salvaguardia di lingue e tradizioni ormai vicine all’estinzione (il dialetto maya yucalteco è parlato oggi da neanche 800mila persone). Lo stesso regista ha sottolineato che «la lingua maya va a dormire alle sei del pomeriggio, quando si accende la televisione e la gente inizia a guardare le telenovela in spagnolo». È un po’ quel che in Italia è successo con le buone maniere, ma i maya, almeno loro, adesso una speranza ce l’hanno.

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