L’Azerbaijan, luogo di una bellezza paesaggistica spettacolare ed ex repubblica sovietica, si affaccia sul Mar Caspio ed e’ una nazione assai travagliata. Dal 1990 ha riguadagnato l’”indipendenza” dalla Russia ma le lotte interne non sono mai cessate e diversi governi si sono avvicendati imponendosi in maniera assai poco democratica, tramite colpi di stato e attentati alla vita del premier di turno. Come e’ accaduto (e accade ancora) in altri territori, meteore, della galassia post sovietica, si sono combattute guerre civili di stampo etnico per la redifinizione dei confini e lo spartimento delle risorse; ricordiamo quella del Nagorno-Karabakh.
Come la maggior parte di queste nazioni che stanno ancora sperimentando e cercando la via della piena democrazia, ricche di risorse naturali come l’uranio, il coltan o gas e petrolio, come in questo caso, e’ afflitta da una poverta’ diffusa, spesso cronica, e gestita da una classe dirigente e manageriale corrotta e in affari con le disinvolte compagnie petrolifere estere e vari ed eventuali loschi figuri. Anni fa, quando lavoravo per una delle maggiori compagnie petrolifere internazionali, conobbi un ingegnere azero che lavorava su una delle piattaforme del Mar Caspio. Mi confermo’ che gli affari da quelle parti si fanno a suon di mazzette, corrompendo gli ufficiali e i politici locali. E’ una prassi ben consolidata in tutto il mondo, certo, ma e’ anche l’unica via da percorrere in certe nazioni. L’Azerbaijan e’ sotto il mirino della commissione per i diritti umani da alcuni anni a causa di frequenti infrazioni: abuso di potere e uso di forza contro i cittadini, censura sistematica dei mezzi di comunicazione.
Alcuni giorni fa a Baku, la capitale, sono avvenuti scontri fra la polizia e i gestori dei negozi del piu’ grande shopping center della nazione. Il motivo della protesta, che e’ stato smentito dai managers del centro, tutti aventi legami col governo pare, risiede nell’aumento dell’affitto dei negozi, aumento che costringerebbe molti negozianti a cedere l’attivita’. Quindici dei circa mille dimostranti sono stati arrestati e malmenati dalla polizia, sembra che la polizia abbia usato contro di loro anche proiettili di gomma, mentre altri 5000 hanno aderito alla protesta chiudendo gli esercizi.
Notizia tratta da: Radio Free Europe