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Balcani. L’Aecr, ‘da Ue due pesi e due misure per Macedonia e Montenegro’

Creato il 01 marzo 2016 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

Aecr_logodi Giacomo Dolzani

Un duro attacco alla politica europea nei Balcani è giunto oggi dal Aecr (Alliance of European Conservatives and Reformists), partito europeo conservatore ed euroscettico, che in un comunicato [1] ha accusato Bruxelles di tenere un atteggiamento per nulla imparziale nei confronti dei diversi paesi dell’area, applicando spesso un metodo di due pesi e due misure.
A scatenare la polemica è stata infatti la protesta del Pzp (Movimento per i Cambiamenti), partito membro del Aecr (che raccoglie realtà politiche anche esterne all’Unione Europea), il quale ha sottolineato come, in occasione delle manifestazioni antigovernative in Macedonia, nelle quali si chiedevano le dimissioni del premier conservatore, Nikola Gruevski, in seguito agli scandali di corruzione che hanno coinvolto il suo esecutivo, Bruxelles abbia immediatamente preso le parti dell’opposizione, sostenendo le ragioni dei socialdemocratici e premendo perché il primo ministro lasciasse il proprio incarico.
Nel caso del Montenegro, nonostante le opposizioni siano scese per mesi nelle strade di Podgorica a manifestare per le stesse ragioni dei dimostranti macedoni, contro il governo corrotto, a dire del Pzp, del premier Milo Djukanovic, Bruxelles ha sempre fatto finta di non vedere o ha avallato le scelte del primo ministro, dichiaratamente europeista, il quale sta inoltre guidando il suo paese verso l’integrazione nella Nato.
Il Pzp ha infatti evidenziato come i funzionari europei, molto attivi sulla scena politica macedone, non abbiano speso una parola relativamente alle violenze delle forze di sicurezza montenegrine contro i manifestanti, sostenendo invece un governo travolto da scandali giudiziari e lodando un “dialogo parlamentare” portato avanti ignorando le opposizioni.
I partiti di minoranza chiedono infatti da mesi le dimissioni di Djukanovic ed una tornata elettorale anticipata, “le prime elezioni libere nella storia del paese” come scandiscono i manifestanti nei loro slogan; da ben 25 anni infatti il Dps (Partito Democratico dei Socialisti del Montenegro) è ininterrottamente la formazione di governo, esercitando un ferreo controllo sulla stampa e, spesso, influenzando l’esito del voto tramite quelle irregolarità le quali, ogni volta che il paese si reca alle urne, vengono denunciate dalle Ong montenegrine.

da Notizie Geopolitiche



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