Mi avevano chiesto di rimanere in panchina e io ho accettato volentieri. Sono giunta perfino a visionare alcuni modelli di panchina e ad attrezzarli con comodi cuscini e trapunta in tinta per godermi lo spettacolo, e invece no: oggi mi tocca scendere in campo.
Di chi sto parlando? Ma di quelle pazze di Menù Turistico e del progetto Starbooks, che domande!Lo Starbooks altro non è che una biblioteca virtuale di libri di cucina, che possono essere "sfogliati" virtualmente: le blogger infatti pubblicano le ricette di tali libri e danno un parere sull'affidabilità delle ricette in essi contenute. Vogliamo comperare un libro di Felder? Andiamo sullo Starbooks, clicchiamo sul titolo che ci interessa e vediamo che cosa ne pensano le blogger che lo hanno acquistato e hanno provato qualche ricetta.
Naturalmente questo elenco è in continuo aggiornamento e dipende da noi tutti contribuire ad arricchirlo; da ottobre 2011 a ottobre 2012 c'è un concorso legato a questo splendido progetto, che consente di vincere un libro al mese: si tratta di spedire quante più ricette possibili tratte da libri. Io ho già vinto due libri e consiglio caldamente a tutti di partecipare: andate qui per saperne di più. Vi dico solo che Menù Turistico è talmente avanti da avere perfino preceduto gli Americani: guardate il concorso indetto dal New York Times e considerate che lo Starbooks è nato nel 2009: ma quanto è avanti la Ale??? :-D
Ogni mese il Blog Menù Turistico presenta un libro e pubblica una volta alla settimana ricette tratte da quel libro. Da quest'anno però è stata introdotta una novità: non solo Menù Turistico, ma anche altre 5 blogger sono state coinvolte in questa iniziativa: Cristina G., di Insalata Mista & Poveri ma belli e buoni; Cristina B. di Vissi d'arte...e di cucina; Alessandra C. di Ale Only Kitchen, Patty di Andante con Gusto e me in panchina, per poter sperimentare più ricette dello stesso libro ed offrirvi così una panoramica più completa del medesimo.
Il libro di gennaio è La Farina di castagne della Val di Bisenzio, Claudio Martini Editore, un'opera spettacolare per l'eleganza dell'impostazione grafica ma soprattutto per il modo di trattare il tema, sviscerandone l'aspetto storico, artistico, economico e alimentare, per finire con una sezione ricchissima dedicata agli impieghi di questo frutto in cucina: ricette di tradizione e di territorio si mischiano con elaborazioni più originali e contemporanee, declinando la castagna in un ventaglio di proposte che ora la lodano come "pane dei poveri", ora ne fanno la base di piatti sorprendenti per originalità e raffinatezza. (questo paragrafo è un rimaneggiamento di quanto scritto mercoledì scorso da Ale).
Io dovrei stare in panchina, dicevo, gustandomi le preparazioni delle mie bravissime colleghe, e invece oggi "me tocca" e scendo in campo. Lo faccio con una ricetta molto semplice e veloce, rustica ma deliziosa e a mio avviso perfetta per la merenda. Devo dire che ho fatto fatica a conservare i quadrotti abbastanza a lungo da fotografarli, ma mi sono fatta forza e adesso ve li presento. Inutile precisare che la scatola di latta dove li avevo riposti si è svuotata molto velocemente. ^_^
BALDINSECCO(Da: La farina di castagne nella tradizione della Val di Bisenzio – Claudio Martini Editore)Ricetta di Paolo Sacchetti, Pasticceria Nuovo Mondo, Prato
Per 4 persone:100 g olio extravergine di oliva toscano100 g zucchero a velo100 g albume100 g pinoli100 g uvetta70 g farina di castagne30 g farina 0(1 pizzico di sale, mia aggiunta)
Immagine presa da qui
Preriscaldare il forno in modalità statica a 170-180 °C (io preferisco prolungare la cottura con una temperatura più bassa, piuttosto che rischiare che mi si bruci la superficie mentre l’interno rimane crudo. Ho quindi scaldato a 170 °C, ma mi ci sono voluti 20 minuti di cottura). Ammollare l’uvetta per mezz’ora in acqua tiepida, poi scolarla e allargarla su un doppio foglio di carta da cucina. Tamponarla per eliminare l’eccesso di umidità.In una ciotola capiente setacciare le due farine e lo zucchero a velo e disporli a fontana. Aggiungerci un pizzico di sale e versare al centro gli albumi leggermente sbattuti (per allentarli e favorire l’assorbimento della farina) e l’olio. Mescolare con una spatola e quando l’impasto sarà cremoso unire i pinoli e l’uvetta, distribuendoli uniformemente. Stendere l’impasto su un foglio di carta forno appoggiato su una placca, in uno strato uniforme e il più possibile sottile.Farlo cuocere per 10 minuti o fino a quando non avrà preso un bel colore nocciola scuro. Sfornare e tagliare a quadretti immediatamente, poi mettere i quadretti a raffreddare su una gratella. Le mie osservazioniQuesto splendido libro non è strettamente di cucina e le ricette che raccoglie sono state date da professionisti della zona. Ci sta quindi una certa sbrigatività nel raccontare la ricetta, confidando comunque in una competenza minima da parte del lettore, che gli consentirà di ottenere un risultato ottimale.Nel riportare questa ricetta quindi, ho voluto dettagliare un po’ di più certi passaggi (tipo quello di ammollare l’uvetta o sbattere gli albumi) per facilitarne al massimo l’esecuzione da parte di tutti i miei lettori, compresi i neofiti della cucina. Va da se’ che la ricetta è facilissima, molto veloce e che se anche l’avessi riportata pedissequamente sareste comunque riusciti a realizzarla.L’olio d’oliva deve essere rigorosamente toscano, non solo per onorare la tradizione del luogo di origine della ricetta, ma anche perché le caratteristiche di sapore e acidità di questo olio lo rendono perfetto per la preparazione. No agli extravergini robusti di Sicilia a cui sono abituata io, per intenderci; al massimo si può usare un olio ligure, visto che il cultivar di oliva per esso impiegato è analogo a quello delle olive toscane. Il gusto dell’olio è molto pronunciato e fa parte integrante del dolce; a me piace parecchio, ma se qualcuno preferisce un gusto meno forte può sostituirlo con metà olio extravergine di oliva toscano e metà olio di semi di arachidi. Personalmente sconsiglio di usare solo olio di semi, perché il Baldinsecco verrebbe a perdere parte della sua intima essenza, per dirlo in modo filosofico. ^_^