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Davanti a un film come Prom, anche il più appassionato di pellicole adolescenziali (presente!) rischia di perdere la pazienza e di trovarsi del tutto disorientato, spaurito e attanagliato da dubbi. Cosa vuole dire questa pellicola? Dove vuole arrivare? Che generazione rappresentare?È una produzione Disney e allora una visione puritana dei liceali ce la possiamo anche aspettare e mettere in conto, ma l’assenza pressoché totale di sesso, o anche solo del benché minimo riferimento alla sessualità, rende Prom un film fantascientifico. Roba che al confronto anche Harry Potter è una visione pruriginosa.Assente pure l’ironia. E andiamo, almeno una battuta la potevano scrivere ‘sti sceneggiatori sterilizzati del cazzo!Sarà per questo che guardando il filmetto si avverte una chiara sensazione di vuoto?Siamo da una parte del tutto opposta rispetto al realismo crudo ed estremo di una serie come Skins: qui niente sesso, niente battute, niente droga (figuriamoci!), solo un gruppo di ragazzini che parla e si comporta come un gruppo di adulti (per di più adulti noiosi), razionalizzando le relazioni in maniera fredda e asettica, come in un Twilight senza nemmeno i vampiri. Tutti vogliono andare al prom, il ballo di fine anno tipico dei licei americani, ma non si capisce bene il perché. O meglio, sembra che ci siano costretti per convenzione sociale, cosa che magari è così anche nella realtà, giusto per passare un’ultima serata da ragazzini e poi passare alla fase adulta della loro vita. Ma non si tratta della sana voglia di scopare come in American Pie, o del desiderio di divertirsi o di portare la ragazza dei propri sogni. Questi ragazzetti sono zombie che “devono” andare al ballo come se fosse un ultimo compito, un ultimo esame.
Tutto è talmente asettico che sembra di trovarsi in un ospedale, altrochè in una high-school che (teoricamente) dovrebbe puzzare di teen spirit. Più che una generazione attuale azzerata, questo Prom rappresenta però solamente una generazione di sceneggiatori Disney falliti e senza idee, che tenta di fare un film non-giovane sui giovani. Un po’ una versione ammericana del Moccia. Non così terribile quanto il Moccia, O-K-A-Y, ma non ci andiamo nemmeno troppo lontani.L’altra impressione che Prom regala è quella di un manuale (nemmeno d’amore) in cui vengono rappresentate tutte le tipologie di studenti alle prese con il prom: dal quarterback popolare allo sfigato, dalla zoccoletta di periferia alla secchiona… non solo tutte cose già ampiamente mostrate in maniera più interessante in decine, centinaia, migliaia di altri film e/o serie tv, ma anche una serie di personaggi che non riescono proprio a sfuggire dal loro stereotipo.Unica nota positiva da segnalare la piacevole colonna sonora indie con Pains of Being Pure at Heart, The Naked and Famous, Shout Out Louds, M83, Passion Pit e Band of Horses.
Anonimo il cast di teenagers facce da schiaffi, con l’eccezione della protagonista Aimee Teegarden che arriva dalla splendida Friday Night Lights, e del rosso Cameron Monaghan di Shameless, due serie davvero ottime e “vere” che nulla hanno a che spartire con questo filmetto di plastica uscito da una ricerca di marketing della Disney. O forse manco si sono sbattuti a farla, la ricerca di marketing, e hanno chiesto aiuto al Moccia.Tra gli adulti del cast, che occupano comunque un ruolo molto marginale per non dire quasi inesistente, ci sono altri due volti telefilmici: Dean Norris, l’agente della DEA di quell’altra figata di serie che è Breaking Bad, e poi per chi era teenager negli anni ’90 rispunta fuori da Beverly Hills 90210 Christine Elise, ovvero la Emily Valentine con cui Brandon aveva una travagliata relazione.Altri tempi, altre teenager, tutt’altra storia.E se non è piaciuto a me che nei film adolescenziali di solito ci sguazzo, lasciate perdere questo ballo.La peggio gioventù?No, peggio ancora.(voto 3/10)
No, grazie!
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