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ballad for a drowning man

Creato il 25 settembre 2010 da Eratostene
Lumière, 21.9, Vivere! (Giappone 1952) di Akira Kurosawa (peccato che sia stata proiettata la versione in dvd più breve di 30'...): molti sono i temi che si intrecciano - anche grazie allo splendido montaggio tutt'altro che lineare - e si rincorrono, primo fra tutti quale sia il senso di una vita. Un uomo, meglio un grigio burocrate municipale invischiato e appiattito nella passività quotitiana del lavoro banausico d'ufficio, scopre (dopo lo spettatore, che ne è informato fin dal primo agghiacciante fotogramma) di avere un cancro incurabile allo stomaco (eccellente è la sequenza della sala d'aspetto, dove uno sconosciuto gli fornisce la chiave per decodificare il messaggio del medico). L'uomo, in preda alla disperazione, si assenta dal posto di lavoro per la prima volta dopo quasi 30 anni senza mai un'assenza, come nella barzelletta raccontata da una giovane collega ("perché non voleva sapere di non essere indispensabile"): dopo vani tentativi di porre fine alla propria esistenza (cui si allude soltanto), egli affoga la propria disperazione nell'alcol, prima di essere portato sulla via dello svago dissoluto da un giovane scrittore (il "suo mefistofele"). Cercherà poi di sentirsi nuovamente giovane e vivo perseguendo l'amore impossibile della giovane collega, per votarsi repentinamente - quasi una folgorazione dopo il secco rifiuto alle sue disperate avances - ad una causa giusta: accogliere le proteste di un gruppo di donne disperate per il degrado del proprio quartiere (rimpallate all'inizio del film da un ufficio comunale all'altro, senza ottenere nulla) e avviare la realizzazione di un parco, riqualificando l'area.
La seconda parte del film (artatamente bipartito) inizia con il funerale dell'uomo, dove per successivi racconti, punti di vista e flashbacks (un po' come in Rashomon) si cerca di ricostruire la verità sulla vicenda: emerge qui il rapporto controverso tra potere politico e cittadini, e soprattutto il contrasto tra iniziativa personale, riconoscimento pubblico e l'appropriazione a fini elettorali di un opera di un singolo, il cui nome è persino quasi cancellato, se non fosse per l'opera delle donne del quartiere risanato.
Un altro tema minore è il rapporto genitori-figli, cui si lega strettamente quello dell'educazione dei figli e la rinuncia ad una vita propria per il loro bene, ricambiato però da un interesse meramente materiale e legato a probelmi di eredità.
Fotografia meravigliosa (come nelle sequenze sul ponte, con il protagonista ridotto a mera silhouette). Un capolavoro, purtroppo non visto nella versione integrale.

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