L’INTERVISTA
Sono passati due anni da quando abbiamo avuto un interessante scambio di battute, terminato con la seguente domanda/risposta: ” Cosa vorreste vi capitasse, musicalmente parlando, nei prossimi tre anni? - Il concerto perfetto! Ti sembra poco?”. Siete riusciti ad avvicinarvi all’evento dei vostri sogni?
Negli ultimi due anni ci sono stati parecchi cambiamenti nella line up della band. Purtroppo non siamo riusciti a portare in tour il nostro penultimo album “Kalachakra” e ci siamo concentrati immediatamente sul nuovo album, “Surpassing all other Kings”. Il gruppo adesso si compone di ben sette elementi e le condizioni per un concerto in grado di soddisfare a pieno il nostro pubblico diventano sempre più difficili, specie considerato la povera offerta tecnica dei luoghi adibiti ai concerti in Italia.
Che cosa è accaduto nella vostra vita musicale in questi due anni?
Marco Garegnani, fondatore e chitarrista del gruppo, ha deciso di ritirarsi dal progetto e dalla musica in generale. È stata una decisione sofferta, ma che abbiamo compreso. Tuttavia questo non ci ha fermato od ostacolato minimamente, il concept e parte dell’album era stato già scritto, poi grazie all’aiuto determinante di Diego Banchero (Il Segno del Comando, Egida Aurea) e due validissimi chitarristi di grande esperienza come Roberto Lucanato (Malombra, Egida Aurea) e Davide Bruzzi (ZSP, Runes Order, Egida Aurea), abbiamo lavorato per molti mesi per tirare fuori quel sound che cercavamo di realizzare da tempo. Siamo molto soddisfatti anche per la preziosa collaborazione di Carmen D’Onofrio (Argine, Malaise, Camerata Mediolanense).
Che cosa rappresenta questo nuovo album… un cerchio che si chiude od una tappa di un percorso ancora inesplorato?
Quest’album chiude una trilogia che inizia con “108”, continua con “Kalachakra” e si chiude momentaneamente con “Surpassing all other Kings”. Quello che abbiamo messo in piedi è un rituale, non un semplice esercizio musicale. Il nostro obiettivo è il risveglio delle menti. Questo comunque rimane un percorso individuale, noi abbiamo offerto solo uno spunto di riflessione.
Mi parlate dei contenuti, delle liriche, del messaggio identificabile come focus del disco?
Il disco fa parte di una trilogia che vede l’uomo realizzare un percorso di crescita interiore attraverso i tre elementi del fuoco (108), aria (Kalachakra) e acqua (Surpassing all Other Kings). Questo capitolo ha come protagonista Gilgamesh e parte esattamente dove l’originale epopea o le fonti storiche successive si sono fermate: il lungo sonno dell’eroe, la sua morte. Abbiamo quindi resuscitato l’eroe babilonese e come novello Odisseo lo abbiamo spedito alla ricerca nell’Universo della propria umanità perduta. Non abbiamo voluto riproporre i passi dell’epopea originaria, anche perché finalizzati alla ricerca della vita eterna. Il vero obiettivo di questa nuova avventura è la ricerca dell’umanità non solo in termine di specie, ma anche di sensibilità persa e dimenticata. In questo nuovo capitolo abbiamo unito personaggi già presenti nella epopea originale e nuovi caratteri provenienti da altre fonti d’ispirazione.
Che cosa è cambiato invece dal punto di vista meramente musicale?
Il sound del Ballo delle Castagne si è notevolmente espanso ed ampliato, abbiamo voluto focalizzarci più su sonorità hard e space rock, tralasciano la componente psichedelica presente nei capitoli precedenti. Per il futuro vorremmo rimanere su questo tipo di sonorità con maggiori contributi di elettronica ed escursioni nell’ambito della musica classica e operistica.
Anche in un breve periodo la tecnologia fa enormi passi avanti. Avete utilizzato maggiormente ciò che la tecnica mette a disposizione giorno dopo giorno?
Ad eccezione dell’ultimo pezzo abbiamo sempre usato solo strumenti veri ed analogici, non esistono sample all’interno dell’album. Questo discorso si applica dalle tastiere fino alle chitarre, etc. Riguardo il missaggio devo dire che l’apporto del digitale rimane indispensabile, soprattutto in fase di masterizzazione del disco. In breve, l’apporto tecnologico credo debba essere usato con intelligenza e mai abusato per alterare il disco in questa o quella parte.
Come sempre uno sguardo al futuro. Quali sono i vostri progetti?
Diego Banchero è attualmente impegnato nella finalizzazione del progetto “Il Segno del Comando – Il Volto Verde”, probabilmente uno dei più grandi e attesi ritorni nell’ambito dark prog. Vinz Aquarian continua la sua attività come produttore ed è attualmente impegnato nella promozione dell’album dei Mushroom’s Patience – Road to Nowhere, dove ha cantato e suonato il Moog. Davide Bruzzi continua il suo progetto ZSP, un jazz elettronico denso di sperimentazione. Il Ballo delle Castagne ha incominciato a scrivere materiale per il nuovo album, abbiamo già il concept e ben tre pezzi pronti…
Nome della Band Il 31 ottobre 1501 Alessandro VI e Lucrezia Borgia organizzano una sorta di sabba satanico passato alla storia come il “ ballo delle castagne”, un'orgia ideata da Cesare Borgia, durante la quale prostitute nude danzano tra candelabri messi a terra e poi raccolgono con la bocca, strisciando, castagne sparpagliate sul pavimento“. La festa venne descritta come un sabba di streghe e vari testimoni affermarono di avere visto scimmie nere sorvegliare la camera di Alessandro VI, altri di aver visto il Papa firmare un patto con il diavolo. In quegli anni la figura del demonio prende la forma del toro, presente nello stemma nobiliare della famiglia Borgia.
Track-list: Tema di Gilgamesh Il risveglio Il viaggio Rorate Coeli Konigin der Nacht Il segreto Aquarius Age Fire in the Sky Eoni Apocriphon of Gilgamesh
Line Up: Vinz Aquarian: voice , moog Diego Banchero: Bass Ospiti e amici: Carolina Cecchinato/Marina Larcher: voci e cori Carmen D’onofrio: voce Roberto Lucanato: guitar Davide Bruzzi: electric guitar Fernando Cherchi: drum