Al ballottaggio comunali il centrosinistra ha perso Venezia dopo 22 anni, decretando così una sconfitta per il Premier Renzi ed il Partito Democratico.
Al di là di ogni dubbio si deve parlare di una sconfitta di Renzi in questo secondo turno elettorale amministrativo. I fari erano tutti puntati su Venezia e qui il centrodestra è tornato a vincere dopo 22 anni. Contro l’ex magistrato Felice Casson, si è imposto l’imprenditore Luigi Brugnaro alla guida di una lista civica sostenuta da Forza Italia e Lega Nord.
Forse non è stata una sorpresa vera e propria, probabilmente c’era da aspettarselo, visto il processo di graduale declino iniziato lo scorso anno con l’inchesta del Mose, con il marciume mafioso venuto a galla tra imprenditori e politici, dove sono stati coinvolti anche personaggi importanti del Pd, a cominciare dall’ex sindaco Giorgio Orsoni, finito agli arresti domiciliari. E’ senz’altro una disfatta politica, perchè Venezia era una roccaforte importante in una Regione governata da anni dal centrodestra.
Al ballottaggio comunali il Pd non perde solo Venezia.
Tra i capoluoghi a ballottaggio comunali il centrosinistra non perde solo Venezia, ma anche la maggioranza dei comuni. Enna, Fermo, Matera, Nuoro, Rovigo sono passati al centrodestra, ma subisce una pesante sconfitta soprattutto ad Arezzo, roccaforte in Toscana, città vicina al Ministro Maria Elena Boschi, che è nata a Montevarchi. In Toscana il partito del Premier Renzi perde pure Viareggio e Pietrasanta, mentre conserva Lecco e Macerata e conquista Mantova e Trani.
Tutto questo dimostra e conferma quello che si è capito due settimane fa con le Regionali ed il primo turno delle Comunali, e cioè che l’effetto delle Europee è svanito, che il Pd è tornato ad essere un partito che può vincere, ma può anche perdere.
Il Pd dovrà fare le sue riflessioni.
Renzi probabilmente è stato penalizzato dalle sue politiche. Scuola, problema immigrazione, pensioni, tasse, accuse di promesse non mantenute. E’ chiaro che la graticola su cui si trova è sempre più rovente. Senza contare gli scandali della Regione Lazio e del Comune di Roma, dove sono coinvolti molti esponenti di spicco del Pd. Insomma, è come una punizione.
Ma questa tornata elettorale, compreso il ballottaggio comunali, ha messo in evidenza anzitutto la disaffezione della gente verso la politica (soltanto il 47% degli aventi diritto si è recato a votare), e poi la conferma che il centrodestra è vivo e vegeto e che, se partecipa unito, vince.
Sarà dunque necessario, per Renzi ed il gruppo dirigente del Pd, capire cosa sta succedendo e se sia troppo tardi per fermare un declino che sembra ormai inevitabile.
Nel frattempo Grillo e Salvini se la ridono e continuano a guadagnare consensi.