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Balotelli, la Fico e i figli illeggittimi-Prima dell’avvento della genetica il mondo era pieno di figli illegittimi contrabbandati

Creato il 04 luglio 2012 da Ciro_pastore

BALOTELLI, LA FICO E I FIGLI ILLEGITTIMI -  Prima dell’avvento della genetica il mondo era pieno di figli illegittimi contrabbandati Oggi l’esame del DNA risolve ogni dubbio BALOTELLI, LA FICO E I FIGLI ILLEGITTIMI Prima dell’avvento della genetica il mondo era pieno di figli illegittimi contrabbandati da “Il sorpasso” di Dino Risi  (scena casa zio michele) http://www.youtube.com/watch?v=UXcrVlmmCCw (partire dal minuto 8:50 e terminare a 10:30) In queste ore, impazza la follia gossippara: Raffaella Fico, sedicente showgirl di Cercola, ha reso pubblica la sua gravidanza e, soprattutto, ne ha divulgato la paternità. Come tutti saprete, l’ingravidatore sarebbe SuperMario Balotelli. Mai come in questo caso, il condizionale è d’obbligo. Il vice campione d’Europa è stato costretto ad intervenire per “…chiarire, una volta per tutte, il mio rapporto con Raffaella Fico”.  Le cronache narrano che la loro relazione si era interrotta ad inizio aprile e da allora “non ci siamo più frequentati” come l’attaccante della Nazionale fa sapere. Mario non ha alcuna intenzione di sottrarsi alle sue responsabilità, anche se ci tiene a ribadire che non è normale non sapere nulla fino al quarto mese. Balotelli si dichiara pronto ad assumere “tutte le mie responsabilità quando avrò le prove della mia paternità”. Insomma, il discorso di SuperMario, depurato da ogni finto buonismo, significa papale papale che, sull’onestà della futura mamma, lui non giura. Balotelli non sarà un genio, ma proprio non ci sta ad allevare a caro prezzo il figlio di un altro. Qualche anno fa mi è capitato di raccogliere una confessione da parte di una donna (che per motivi di privacy chiamerò fantasiosamente Nanni) che doveva liberarsi del suo terribile segreto: il suo unico figlio era frutto di una relazione extraconiugale. Il marito, ovviamente, non aveva mai sospettato, ma lei, poverina, viveva con questo tormento inconfessabile. Il figlio è cresciuto e, giorno dopo giorno, somigliava sempre più al padre naturale, eterno richiamo all’infedeltà che lo aveva generato. Il padre “acquisito” ama il figlio di un altro come fosse suo, il figlio ama il presunto padre. Tutto sembra normale, ma lei, la fedigrafa, non può fare a meno di notare ogni piccola somiglianza, ma meschinamente sarà costretta a portarsi quel segreto nella tomba. È accaduto a Nanni, quello che con mirabile maestria Dino Risi descrive nel film che vi ho segnalato all’inizio di questo intervento. Ne “Il sorpasso”, infatti, c’è una scena in cui, con il solito cinismo risiano, si descrive la situazione classica del figlio illegittimo. Come avrete visto, Bruno (un istrionico Gassman) e Roberto (un ingenuo e tenero Trintignant), sono giunti nel casolare di campagna degli zii del giovane studente. La scena vede la famiglia riunita attorno al cugino più grande, Alfredo, che parla della sua buona condizione sociale, del suo studio in pieno centro in città e dà consigli a Roberto. L’inquadratura, d’un tratto, cambia per mostrarci Bruno che entra in scena mordicchiando una mela. La macchina da presa gioca con i personaggi: sono inquadrati (primissimi piani) Alfredo, che continua a parlare, poi Bruno e Roberto, poi lo zio Michele, che ha un’aria poco interessata, di nuovo Roberto, Bruno che osserva, il fattore che annuisce, molto concentrato, ancora Alfredo. Con questi movimenti il regista ha voluto rappresentare lo stupore di Bruno che scopre la verità. Ora tutto è chiario. Bruno fa notare a Roberto che Alfredo non è figlio di zio Michele ma del fattore; le prove sono evidenti: comuni sono la corporatura, le sopracciglia, il tic alla mano, “sono sputati”. Bruno con sarcasmo fa una constatazione sulla ritrosa zia Enrica: “mentre si mangiava con gli occhi zio Michele, ma annava a letto col fattore”. La scena si conclude con u n’inquadratura di zia Enrica che porge un bicchierino al fattore: Roberto li guarda, e ha l’illuminazione:lo zio lo sapeva? Probabilmente ha fatto finta di niente per tanti anni ”. La genetica, oggi, soccorre i mariti abbindolati dalle mogli adulterine, dando loro uno strumento infallibile per smascherare le paternità fasulle. I genetisti, però, si sono spinti oltre. Infatti, hanno cominciato a studiare il fenomeno a ritroso. Dalle loro stime emerge, infatti, che in Italia fino al 10% dei bebè nati ogni anno ha un papà diverso da quello presunto. Un dato frutto di osservazioni e ricerche nazionali, confermato anche a livello europeo. Sicuramente il fenomeno era più evidente negli scorsi anni, con la grande immigrazione da Sud a Nord. In alcune regioni meridionali, infatti, sono state registrate punte eclatanti di nascite illegittime, legate ad aspetti sociali rilevanti. Dobbiamo pensare a donne lasciate sole per anni, a difficoltà economiche, a famiglie divise. Oggi, invece, le mille occasioni di incontro, il fatto che molto spesso i componenti di una coppia si trovino a lavorare in città diverse e la facilità nei rapporti sociali 'giocano' a favore del fenomeno. In passato, poi, il “sistema” era usato come metodo surrettizio per combattere la sterilità maschile. Non essendo allora disponibili le tecniche di inseminazione artificiali, le mogli desiderose di procreare sceglievano uno stallone a cui demandare la “fatica” dell’ingravidamento. La mia amica Nanni nella sua confessione addusse questa forte, e comprensibile, motivazione alla base del suo “peccato”. Ovviamente a richiedere il test di solito è l’uomo “sospettoso”, ma non mancano le donne che, avendo avuto rapporti ravvicinati con più partner, vogliono essere certe della paternità del figlio. Insomma, anche la madre ha oggi i suoi bravi dubbi! In un passato (nemmeno troppo lontano) i figli illegittimi spesso erano anche il frutto della sopraffazione delle classi egemoni sulle masse proletarie. Quanti feudatari, quanti signorotti di campagna si vantavano apertamente di aver rimpinguato i propri possedimenti di figli? La storia della letteratura, ma la storia stessa è ricca di “bastardi” (così venivano crudamente definiti) che spesso tentavano di ribadire la propria parziale nobile origine, dando la scalata violenta al potere detenuto dai figli legittimi. Molti di loro fecero perfino “carriera” assurgendo al trono. Eclatante il caso del primo re d’Inghilterra Guglielmo I che regnò dal 1066 al 1087. Normanno, prima della conquista dell'Inghilterra, era chiamato anche Guglielmo il Bastardo perché illegittimo. Qualcuno di voi starà pensando: “Ma in un paese vecchio in cui nascono pochissimi bambini, stiamo a preoccuparci della paternità reale?” insomma, lo spirito demografico dovrebbe spingerci a gettare alle ortiche le false ipocrisie ed accogliere i nascituri come un dono di cui essere lieti. Tutte giuste considerazioni, ma non credete che il padre fasullo debba essere informato se sta allevando un “bastardo”?
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