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Balthus

Creato il 22 aprile 2013 da Artesplorando @artesplorando

Balthus

Balthus, la falena

La pittura è un’incarnazione. Dà vita e corpo alla visione che la sorregge. E’ necessario un approccio assai lungo, infinitamente paziente e spesso fatto di tentativi, per far sì che il quadro le si avvicini nel modo più esatto possibile. La visione è interiore. Ma trae alimento dal contatto permanente con il reale. Si forgia e si elabora unicamente attraverso l’osservazione paziente, accanita, infaticabile delle forme della natura. L’osservazione è un mezzo di conoscenza del mondo. Occorre guardare, guardare e ancora guardare.
Balthus, Riflessioni di un solitario della pittura, intervista con Françoise Jaunin, 1999
Balthus (Balthazar Klossowski de Rola) nasce a Parigi il 29 febbraio 1908 da una famiglia polacca di artisti: il padre Erich era pittore e storico dell’arte, la madre Baladine pittrice e il fratello Pierre sarebbe presto diventato pittore e scrittore. Trascorre la sua giovinezza tra Parigi, Berlino e Ginevra, dove frequenta Rainer Maria Rilke, amico della madre, con cui stringe una intensa corrispondenza. 

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Balthus, i pesci rossi

Balthus esordirà nel 1921 illustrando un libro, Mitsou, con la prefazione di Rilke, che nel 1925 gli dedicherà la poesia Narcisse. Dal 1924 il pittore si trasferisce a Parigi a seguito del fratello Pierre. Nel 1926 soggiorna a Firenze e ad Arezzo, eseguendo copie da affreschi di Masolino, Masaccio e Piero della Francesca, rivelando così una particolare predilezione per le forme e lo spirito dell’arte del Quattrocento italiano, che rimarrà sempre una costante della propria poetica pittorica. Dopo essersi recato a Berlino, Zurigo e Berna, torna a Parigi nell’autunno del 1932, dove esegue schizzi per il romanzo Cime tempestose di Emily Brönte e prende alloggio in rue de Furstenberg. Nel 1933 dipinge il suo primo capolavoro, La strada, opera ispirata al classicismo rinascimentale e al tempo stesso di assoluta modernità. In questo periodo, Balthus diverrà amico di Antonin Artaud, Alberto Giacometti e Pierre Loeb, nella cui galleria un anno dopo realizza la sua prima mostra personale, ma non aderirà mai alle correnti di avanguardia artistica, preferendo una pittura realistica dall’essenza misteriosa, seduttiva e fuori dal tempo. Nelle sue opere, oltre all’ispirazione quattrocentesca, ritroviamo pure una leggera somiglianza con la pittura surrealista (Dalí, Delvaux), con Derain e con la Nuova Oggettività tedesca. 

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Balthus, la camera

La sua vena intimista e psicologica sarà evidente soprattutto nelle scene di interni che egli costruisce con un rigore compositivo classico e freddo, e che popola di giovanissime fanciulle nude e spesso in atteggiamenti intimi, privati e ammiccanti. La tematica dell’adolescenza colta in una dimensione sottilmente erotica sarà una costante nell’arte di Balthus, che renderà la sua opera originale e subito riconoscibile anche per l’atmosfera sospesa e metafisica che la caratterizza. Realizza parecchie mostre tra gli anni Trenta e Quaranta tra Parigi e New York, dove, nel 1956, esporrà al Museum of Modern Art. Nel 1961 il ministro francese della cultura André Malraux nomina Balthus direttore dell’Accademia di Francia a Roma (Villa Medici), dove rimarrà fino al 1977. In questi anni romani stringe amicizia, tra gli altri, con Federico Fellini, compie un viaggio in Giappone (1962), decide il restauro di Villa Medici (1962) e realizza una propria mostra al Musée des Arts Décoratifs di Parigi (1966) e una retrospettiva a Londra alla Tate Gallery (1968). Dopo il 1977 si stabilisce in Svizzera, nel Grand Chalet di Rossinière. Presenterà ventisei dipinti alla Biennale di Venezia, nella Scuola di San Giovanni Evangelista, nel 1980. La sua fama come pittore e come personaggio dall’aura aristocratica e schiva verrà alimentata da mostre organizzate in diverse parti del mondo: al Centre Georges Pompidou di Parigi (1983), a New York, a Kyoto, a Roma (nel 1990 e nel 1997), a Losanna (1993), a Berna (1994) e a Venezia nel 2001, sette mesi dopo la sua morte, avvenuta il 18 febbraio a Rossinière, sopra Montreux, nel suo Grand Chalet del Settecento.

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Balthus, il pittore e la sua modella

Lo stile di Balthus parte da una base classica ed accademica; tuttavia, anche se la sua tecnica e il suo stile compositivo sono ispirati da quelli dei pittori pre-rinascimentali nelle sue opere sono presenti evidenti riferimenti allo stile di surrealisti come Giorgio de Chirico. Ha dipinto soprattutto figure umane in un'epoca in cui l'arte figurativa è stata sostanzialmente ignorata e trascurata. Attualmente è diffusamente riconosciuto come uno dei più importanti artisti del XX secolo.Nel suo lavoro possono essere rintracciati i segni di numerose influenze, tra cui gli scritti di Emily Brontë (nel 1934 ha illustrato con disegni a penna su carta il romanzo Cime Tempestose), gli scritti e le fotografie di Lewis Carroll, i dipinti di Masaccio, Piero della Francesca, Simone Martini, Poussin, Jean Etienne Liotard, Joseph Reinhardt, Géricault, Ingres, Goya, Jean-Baptiste Camille Corot, Courbet, Edgar Degas, Félix Vallotton e Paul Cézanne. In ambito musicale il suo compositore preferito fu Wolfgang Amadeus Mozart.Molti suoi dipinti mostrano giovani fanciulle ritratte in un contesto erotico. Balthus sostenne ripetutamente che il suo lavoro non aveva alcun intento di tipo pornografico, ma che si limitava a mostrare l'esistenza della sessualità infantile, una realtà difficile da accettare e capace di mettere a disagio.

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