Il termine Baluba si applica a numerose tribù che, nonostante la diversa origine, hanno in comune le lingue bantu, in particolare il kiluba e una stessa organizzazione di tipo feudale. Le relazioni con l’antico Egitto sono provate dalla scoperta di una statuetta egiziana del basso impero nel territorio Basongo. Nel corso del XVI e XVII secolo certi chiefdom si riunirono in regni di cui il più esteso fu fondato da Kongolo, capo Basongo, verso il 1585. I grandi sovrani Baluba pretendevano di discendere da lui e avere un carattere sacro.
Nel XVII secolo l’unità del regno Baluba si rafforzò, a scapito dei regni rivali mentre le rivalità tribali si sono perpetuate fino ai nostri giorni opponendo regolarmente i Baluba agli altri popoli del Katanga meridionale. In generale i Baluba sono patrilineari anche se i Baluba-Hemba tendono a essere matrilineari. Tuttavia questi regni hanno una caratteristica comune: la successione al trono si fa attraverso la discendenza matrilineare e dà luogo a una elezione o competizione tra concorrenti al trono, che possono degenerare in lotte fratricide tra fratellastri di mogli diverse. nel Kasai non c’è un’organizzazione politica superiore al villaggio attualmente, mentre a Shaba (Katanga) il villaggio, formato da uno di parecchi lignaggi, è diretto da un capo nominato da un superiore gerarchico. Parecchi villaggi formano un chiefdom (chefferie in francese), diretto dal kilolo, il capo territoriale. I chiefdom erano raggruppati in province, che formavano il regno. Solo i chiefdom dei ‘proprietari della terra’ erano ereditari e sfuggivano alla nomina gerarchica. Tutti i capi nominati erano Balopwe, cioè membri dei lignaggi discendenti dai re leggendari Kongolo e Kalala. Ogni sovrano costruiva la sua capitale, che alla sua morte era affidata a una donna che restava in contatto con lo spirito del defunto e la legava ai suoi eredi. Questa terra sacra restava libera. Ciascuno dei titoli dei dignitari della corte reale corrispondevano a una funzione. Il primo titolo era il twite, capo di guerra e comandante di un corpo permanente di funzionari.
Gli uomini si occupano di politica, caccia, pesca, aprono radure all’agricoltura, allevano animali, fabbricano reti e confezionano attrezzi di legno, oltre a costruire la struttura in legno delle case. Le donne fanno il resto del lavoro agricolo, cioè lavorano nei campi dalla semina al raccolto, una volta che gli uomini hanno aperto la foresta, producono la birra, fabbricano utensili di ceramica e badano al pollame. I bambini a gli adolescenti sono obbligati a eseguire pochi compiti, anche se le ragazze aiutano presto le madri in casa. i leader politici, gli specialisti religiosi e i lavoratori specializzati sono le sole persone che non seguono lo scema comune di lavoro.
Il primo uomo che occupa un terreno è il suo ‘proprietario’ e questo titolo si trasmette al successore. Questo dignitario ha il diritto ad avere una quota di tutto ciò che si ricava dalla terra, sia esso selvaggina, piante raccolte o coltivate, sale o minerale di ferro. Questo diritto si applica anche ai laghi. Dato che la terra adatta all’agricoltura non è scarsa, il suo uso non è privilegio del lignaggio a cui appartiene il proprietario.
Il villaggio e l’organizzazione della casa
I villaggi più piccoli sono talvolta abitati esclusivamente dai membri dello stesso lignaggio, ma quelli più grandi sono divisi in quartieri appartenenti a differenti lignaggi. La casa del capo, quelle delle varie mogli e quelle dei dignitari seguivano un definito schema a scacchiera. Un edificio di mattoni e paglia cotti al sole (adobe) con un tetto di metallo e alcune mura di partizione prendono sempre più spesso il posto dell’antica casa a quattro angoli con il tetto di stoppie e i muri di rami tenuti insieme da un’intonacatura d’argilla. La casa di famiglia comprende un’abitazione per il marito e una per ciascuna delle sue mogli. I bambini vivono a casa della madre. Se il proprietario è un uomo importante queste abitazioni sono circondate da una recinzione ed esiste una speciale cucina per i pasti. Una classica casa Luba comprende tre sezioni. Primo, il letto è sempre posto a destra quando si entra, con la testata sempre voltata verso la porta. Il focolare è sempre ai piedi del letto sul lato destro, lontano dall’entrata. Sopra il focolare c’è una rastrelliera dove sono posti ad asciugare vari oggetti. Questo è anche il posto dove sono posti a seccare la carne e il pesce. La parte sinistra della casa, opposta al letto, è vuota, tranne che per l’angolo all’estrema sinistra, dove è tenuta la brocca per l’acqua da bere. Lo spazio rimanente è usato per sedere su una sedia, uno sgabello, una stuoia o una pelle di capra quando fuori piove. E’ anche usata come dormitorio per parenti stretti quando non sono disponibili aree separate. Qualche volta, se l’ospite è importante, per rispetto il padrone o la padrona di casa cede il suo letto e dorme su una stuoia nello spazio opposto al letto. Presso le famiglie più tradizionali oggi esistono presso la cucina delle piccole capanne per la venerazione degli antenati, un uso dello spazio che era comune prima della cristianizzazione.
La scoperta di croci di rame in tombe dell’XI secolo prova che fu fin da quest’epoca che un commercio su lunga distanza connetteva la Depressione Upemba con la Copperbelt dell’attuale Zambia (Copperbelt Province) e Repubblica Democratica del Congo (Katanga Province). Questo commercio continuò a intensificarsi ed è anche tramite la Copperbelt che i Luba acquistarono le perle di vetro e le conchiglie che dovevano diventare i mezzi di scambio durante il XVII e il XVIII secolo. Le monete-perla di vetro e le monete-conchiglia usate per usi commerciali e rituali, anche se distinte, potevano essere scambiate tra loro. I Luba commerciavano anche con popolazioni e nord e a est del loro territorio: i Songye del Kasai barattavano con i Luba stoffe di rafia e altri prodotti finiti in cambio di ferro, rame, sale e pesce. I viaggi commerciali erano intrapresi da gruppi in genere di meno di venti persone. In passato non esistevano luoghi di mercato nei centri, come esistevano oggi. Gli scavi di tombe nella Depressione Upemba mostrano che fina dall’VIII secolo d.C. si era sviluppata una stratificazione sociale nella regione: alcune tombe mostrano maggiore ricchezza di altre e contengono oggetti che oggi sono connessi con il potere (asce cerimoniali, martelli e incudini). Il potere era probabilmente trasmesso per via ereditaria, dato che alcuni bambini sono sepolti con un gran numero di oggetti di valore.(segue, bibliografia alla fine)