I carabinieri di Bagheria, dove tra l'altro è tipico lo "sfincione bianco" (sic), hanno arrestato 14 persone coinvolte in uno spaccio di cocaina e hashish e che organizzavano feste a tema, diciamo così, in varie case private nella città palermitana del Liberty. La coca era in codice lo sfincionello grande, il fumo quello piccolo. Il cibo di strada è caratterizzato dalla bontà e soprattutto dal prezzo molto abbordabile. Paghi poco e mangi bene.
Anche gli sfincionelli dei coca party costavano poco. La crisi colpisce tutti i settori dell'economia. E così la banda veniva a suo modo incontro ai consumatori, abbastanza giovani. Il marketing lo facevano davanti alle scuole o su Facebook: altro che pusher, questi erano più bravi dei venditori di aspirapolvere. Come fare per promuovere la merce? Semplice, offerte speciali. La prima dose era gratis. Cliente fidelizzato e concorrenza fatta fuori, dunque, e pure le tariffe erano state adeguate alla situazione economica poco felice. "Appena" 80 euro per un grammo di coca, 10 per una stecca di hashish. Alla fine sono stati segnalati circa 400 consumatori e sequestrati 350 grammi di polvere bianca e 3,5 chili di fumo. I pusher si ispiravano ai personaggi della serie tv di Romanzo criminale e si facevano chiamare con soprannomi in dialetto: c'erano "Baby Ciccio" (alias Antonino Castronovo), "Totò 'u miricanu", "Ranetta". Vincenzo Militello, uno dei coordinatori della banda, era conosciuto come "'U pacchiuni". I carabinieri invece erano i "lupi".
Grazie ai nomi trovati nelle rubriche dei giovani consumatori, i militari dell'Arma hanno ricostruito il sistema delle feste. Ne hanno monitorate sei, compreso un presunto addio al celibato, corredato di 100 grammi di coca. Sniff, sniff.