E’ sempre più diffuso il desiderio fra genitori di avere un figlio bilingue.
A tal proposito, restano ancora molte perplessità dettate purtroppo da pregiudizi e confusione.
Vorrei sfatarne fin da subito alcuni.
Il più diffuso, è la convinzione che il bambino bilingue, impari a parlare più tardi e meno bene rispetto ad altri monolingue. L’esito sarà dunque, il non riuscire ad esprimersi correttamente con nessuna delle due lingue.
In realtà è stato ampiamente dimostrato che, oltre ad avere un positivo effetto sullo sviluppo celebrale,il conoscere due lingue, aiuterà e faciliterà il bambino nell’apprendimento di altre lingue in futuro.
Ma quale è il periodo migliore per apprendere le lingue?
Prima si inizia meglio è!!
Direi dunque proprio dagli zero ai dieci anni.
E’ chiaro che, quando il bambino è molto piccolo, non comprende ancora il significato delle parole.
Inizia ad emettere e riprodurre suoni; la comunicazione con le persone che gli stanno accanto avviene sottoforma ludica e ha a che fare con tutto ciò che il bambino vive con i sensi, quindi ciò che tocca, sente, vede..
Solo verso i due anni, inizia a sperimentare la funzione simbolica del linguaggio, cioè a comprendere che è possibile nominare anche ciò che non si vede.
In realtà, in questa fase i bambini comprendono molte più parole di quante non riescano a ripeterne. E’ una fase in cui i bambini ascoltano e memorizzano. In seguito inizieranno a ripetere, per poi arrivare ad introdurre le prime regole grammaticali.
Nel caso in cui in una coppia, uno dei patner è straniero, è utile utilizzare la regola “una persona, una lingua”, cioè ognuno dei due genitori dovrà rivolgersi al bambino utilizzando esclusivamente la propria lingua madre.
Non va dimenticato inoltre, che nel caso in cui si decida di crescere un bimbo bilingue, è molto importante che nella quotidianità tutto venga tradotto in entrambe le lingue , anche se succederà che il bambino scelga di esprimersi con parole che risultino a lui meno lunghe e più semplici da pronunciare.
E nel caso in cui i genitori siano entrambi italiani?
La cosa sicuramente da evitare è quella di improvvisarsi insegnanti.
Quindi è necessario conoscere i metodi educativi e avvalersi di eventuali ausili, consultando magari anche siti internet che trattino nello specifico tale materia.
L’ideale sarebbe potersi avvalere di un insegnante madrelingua da affiancare al bambino.
E’ chiaro che più sarà elevato il grado di esposizione alla nuova lingua maggiore saranno i risultati.
Una cosa importantissima da ricordare è che l’apprendimento di una lingua, soprattutto nei primi anni di vita, deve rappresentare per il bambino un’esperienza piacevole , poterla vivere come un gioco, come una scoperta.
Quindi, se il piccolo non dovesse pronunciare in modo esatto, basterà ripetere correttamente la parola detta evitando correzioni troppo rigide . Così facendo, il bambino avrà la possibilità di memorizzare e correggersi in maniera del tutto spontanea.
In conclusione, il bilinguismo, per i nostri bambini, rappresenta una grande ricchezza.
Permetterà loro di passare da un sistema ad un altro molto rapidamente e di avere uno spiccato senso critico della realtà. Inoltre , saranno molto più aperti e pronti ad accettare differenze culturali.