Prevedibilmente, questo. Con il quale la ‘povna, ricordando uno dei pochi romanzi italiani contemporanei che vale la pena di leggere, torna a partecipare al venerdì del libro.
Metti Calvino (il Visconte – più di qualsiasi altra cosa), mescolalo a un’idea di Huckleberry Finn, al meglio di Stephen King e delle peer-group narrations, al rovesciamento di Peter Pan, a isole e utopie. Metti una lingua formidabile, uno stile evocativo come i giochi di ruolo dei bambini. Metti una Genova spettrale e vera, popolata da fantasmi di animali. Metti i riti di passaggio, le linee d’ombra, e una crociata laica di bambini. Metti un mondo (post)apocalittico che si rifà medioevo, ma soprattutto romance. Un romanzo sulla grazia dell’età strana, e sulla terribile inevitabilità del crescere, ma senza cedere al romanzo di formazione. Da leggere e rileggere, dove lo stile si fa trama.