Magazine Psicologia

Bambini: coltivare la creatività. 2 parte

Da Psychomer
by Matteo Radavelli on giugno 6, 2012

Per coltivarla adeguatamente la figura educativa deve lavorare sul tempo, una risorsa sempre più preziosa nella società moderna, ma in totale controtendenza alla creatività. I bambini hanno la capacità naturale di estraniarsi, entrando in quello che gli esperti chiamano “flusso”, ossia uno stato di presente atemporale caratterizzato da totale assorbimento ed in grado di generare la massima creatività. E’ quindi importante che l’adulto conceda al bambino il tempo necessario, senza sottoporlo alle scadenze dei grandi.

Come il tempo, anche la pressione è un elemento ormai radicato nella nostra cultura. Pressione fatta di regole, scadenze, obiettivi da raggiungere ed aspettative da confermare. Nulla a che fare con la creatività. Molti genitori, ad esempio, desiderano che il figlio suoni uno strumento musicale, forse per il rimpianto di non aver mai ottenuto risultati soddisfacenti o perché non vogliono che si faccia sfuggire questa opportunità. Lo stesso vale per lo sport. Ciò che è difficile, a qualunque campo ci si riferisca, è lasciare al bambino il proprio spazio, senza forzare, rendendolo protagonista delle sue scelte. Lo stesso principio vale per le singole attività, nelle quali non serve dare regole rigide, istruzioni preconfezionate e soluzioni a portata di mano, bensì lasciare il bambino in grado di sperimentare le proprie abilità e gli oggetti a disposizione, accompagnandolo nelle sue decisioni con il ruolo di collaboratore.

Questo non significa seguire ogni sua azione con accondiscendenza e gratificazioni, poiché se è vero che la creatività non può crescere sotto le critiche è altrettanto vero che troppi elogi possono fare uguale danno.

E’ tramite queste esperienze che il bambino sperimenta la creatività, comprendendo sempre più la propria naturale inclinazione, i propri interessi e sviluppando l’abilità di combinare tra loro oggetti e conoscenze per trovare soluzioni nuove.

I killer della creatività

Amabile, nei suoi anni di ricerca, ha individuato i 7 killer della creatività. Questi vanno ad agire sulla pressione psicologica alla quale è sottoposto il bambino, riducendo il piacere che esso sperimenta durante l’atto creativo.

  • Sorveglianza: il bambino, sottoposto alla costante osservazione di un adulto, difficilmente si arrischierà in qualcosa di nuovo.

  • Valutazione: il bambino deve preoccuparsi del suo grado di soddisfazione, legato a ciò che sta facendo e non del giudizio altrui.

  • Ricompense: un uso eccessivo di queste toglie il piacere intrinseco dell’attività creativa.

  • Competizione: porre il bambino in una situazione senza via di uscita (vincita o perdita), non fa altro che aumentare la sua angoscia, riducendo la creatività.

  • Controllo eccessivo: spiegare esattamente al bambino cosa deve fare gli impedisce di sperimentare, privandolo di originalità.

  • Limitare le scelte: selezionare le attività che il bambino può svolgere gli impedisce di esplorare in autonomia, coltivando le proprie curiosità.

  • Pressione: creare aspettative grandiose in un particolare campo, carica il bambino di tensione, portandolo spesso ad odiare l’attività imposta.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog