Normalmente i missionari mi sono simpatici (mi sento un po’ missionario anch’io), per il loro impegno in favore degli indigenti del Terzo Mondo. Ho notato però che molti frequentatori del web, che si potrebbero definire complottisti, li odiano. Pensavo che ciò dipendesse dal fatto che il missionario è, in varia misura, sempre portatore di un’ideologia estranea al contesto in cui opera e che fornisce le proprie prestazioni umanitarie in cambio di adesione alla medesima. Per me, una tale specie di “ricatto” era perdonabile, visti i benefici materiali che gli indigeni ricevono, fino a quando non mi sono imbattuto in questo articolo:
http://27esimaora.corriere.it/articolo/se-un-cane-vale-piu-di-un-bimbo/
…..e non ho cominciato a capire il motivo di tanta avversione nei loro confronti da parte di molti cospirazionisti. Fino a quando, cioè, non mi sono accorto che la missionaria in questione, suor Laura Girotto, non ha fatto altro che aggiungersi al già cospicuo coro degli specisti che danno la croce addosso (nel caso di un missionario è espressione appropriata) alla categoria degli animali. Ovvero, fino a quando non sono andati a toccare un’idea a me cara e non sono stato toccato sul vivo. Critiche nei confronti della
zoofilia prima e dell’animalismo poi, da parte di ambienti cattolici, ne sono sempre puntualmente arrivate, ma le classificavo come espressione della parte più becera e conservatrice del cattolicesimo, quello stesso cattolicesimo che ha partorito San Francesco. Discriminavo anche tra i vari ordini religiosi, nel senso che da gesuiti e domenicani mi aspettavo un marcato antropocentrismo, mentre dai francescani, eredi del Poverello che parlava agli uccelli, me ne aspettavo uno di minore intensità. I missionari, in virtù delle loro opere meritorie, costituivano un’isola distaccata dal mondo delle idee e delle opinioni. Avulsi ed estranei alla fossa dei leoni in cui ci dibattiamo noi comuni mortali. E in effetti se suor Laura si impegnasse unicamente a fare opere di bene e tenesse le sue scialbe opinioni per sé, sarebbe meglio. Suor Laura appartiene a quel novero di cristiani che credono alla versione letterale della Bibbia e che, anche se non hanno studiato teologia, almeno una cosa l’hanno imparata bene: la pretesa superiorità, tutta giudaico-cristiana, dell’uomo sulle bestie. E i risultati si vedono e, nel suo caso, si sentono. Un’idea di superiorità che ha fatto tanto male, nella Storia, sia in primis agli animali, sia agli umani che di volta in volta venivano resi animali anch’essi, se non addirittura reificati, da altri umani che intendevano sfruttarli. Se i missionari se ne stessero zitti sarebbe preferibile, anche perché la loro arrogante idea di superiorità dell’uomo sugli altri animali, potrebbe essere ripresa e ripetuta da giornalisti altrettanto schizzinosi e prevenuti com’è infatti avvenuto con Maria Volpe. La quale si spinge addirittura, come una variazione sul tema, a fare degli esperimenti sociologici, paragonando le reazioni della gente di fronte a cani al guinzaglio, bambini in passeggino e disabili in carrozzella. Categorie, almeno quelle dei cani e dei bambini, che per persone normali di ceto medio, al momento attuale e in Occidente, cioè “hic et nunc”, sono equiparabili sul piano della simpatia. Infatti, la maggior parte della popolazione ha la percezione che un cane può essere il surrogato di un figlio e può dare altrettante gioie e dolori quanto uno di sembianze umane, ma con la differenza che non occorre fare lunghe trafile burocratiche per adottarlo, con il rischio che la propria domanda venga respinta, perché basta andare in canile a prenderne uno.La missionaria ignorante, da brava contadinotta abituata a tenere gli animali “al loro posto”, cioè a macellarli, si è ritrovata diciotto anni in Etiopia, e si è trovata bene, a suo agio, in mezzo a gente che tira sassi ai cani o gli butta addosso acqua bollente per allontanarli. E, anche se lei personalmente non butta acqua bollente ai cani, fa loro altrettanto del male, nel momento in cui s’indigna per le presunte differenze di trattamento riservate a cani e bambini, qui in Occidente. Quello che ai suoi occhi è frutto di degenerazione dei costumi (che c’entri un po’ la Chiesa in questo, ammesso e non concesso che sia vero?), ai miei è risultato di addolcimento dei costumi, di crescita di consapevolezza e di corrosione della nefasta idea di superiorità della nostra specie sulle altre. Sono due valutazioni diametralmente opposte: chi avrà ragione?
I missionari, e gli ecclesiastici con la verità in tasca, dimenticano tutti i soprusi che non solo i cani, ma anche tutti gli altri
animali hanno subito e stanno subendo per causa loro, della loro prevaricatrice visione di supremazia umana, radicata in quel libro scritto da antichi pecorai che ha avuto immensa diffusione sul pianeta Terra e che rappresenta la codificazione della più ancestrale ingiustizia mai perpetrata ai danni di vittime innocenti. Un libro che è la vera Bibbia del Diavolo e che fa venire il sospetto che il diavolo esista veramente, dato che ci vuole uno sforzo diabolico per rendere tale accozzaglia di leggende, resoconti e norme ampiamente diffuse a livello planetario.Suor Laura, che si sta guadagnando il Paradiso, sta condannando all’inferno gli animali, e molti lettori del Corriere, nonché altrettanti frequentatori del web accoglieranno purtroppo a braccia aperte i suoi volgari giudizi. A confutare le valutazioni della missionaria basterebbe questo: se veramente la nostra società ama più i cani dei bambini, come mai nei canili vengono assassinati i primi, mentre negli orfanotrofi, a parte qualche abuso sessuale, non vengono mai uccisi i secondi?
Un consiglio a suor Laura: vai un po’ a vedere le spese militari!