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Bambini e cavalli

Da Acomealice @Acomealice

 Bambini e cavalli

Qualche tempo fa, chiesi alla mia cara amica Chiara dell’allevamento i Pupini, quale fosse l’età giusta per iscrivere i propri figli a scuola di equitazione, in questo bellissimo Guest Post, scritto da lei personalmente per A come Alice, Chiara Bertinetti, Coordinatore Tecnico di Riabilitazione Equestre e Operatore A.N.I.R.E. ci spiega nel dettaglio quali sono i principi generali del primissimo approccio bambino-cavallo :

Se mio figlio, di 5 anni, mi chiede di andare a cavallo….

( di Chiara Bertinetti )

Mi chiamo Chiara e insieme a mio marito David gestisco una scuola di equitazione. I nostri figli, Samir di 5 anni e Oliver di uno e mezzo, sono cresciuti in mezzo a venti e più cavalli, ragazzi che galoppano disinvolti, comitive che escono in allegre passeggiate in campagna. Succede che all’età di cinque anni Samir chiede: papà, mi insegni ad andare a cavallo? Domanda difficilissima. Ci siamo ritrovati a rispondere nello stesso modo in cui rispondiamo ai numerosissimi genitori che si presentano per mano a un bimbetto che arriverà sì e no alle loro ginocchia dicendo che vorrebbero iscriverlo a un corso di equitazione …..

Perché l’equitazione è sicuramente una risorsa preziosissima per lo sviluppo psicofisico del bambino. Ma in quanto tale ha un suo tempo, che va rispettato. Ciò non significa che il bambino, anche piccolo, anche di cinque anni, non possa relazionarsi o svolgere alcune attività con il cavallo. Quello con il cavallo è senz’altro uno dei rapporti più straordinari e significativi che il bambino possa sperimentare. Come molti animali “domestici”, il cavallo si lega infatti affettivamente all’uomo; ma più di altri animali è forse in grado di stimolare la positività e il senso di responsabilità di chi entra in contatto con lui. L’importante è far sì che questo rapporto si instauri nel modo più naturale possibile, senza forzature in senso sportivo/agonistico, ma guidato solo dal naturale coinvolgimento e dall’autentica empatia di cui i bambini sono capaci.

Come avvicinare allora i bambini al cavallo? e quando? Il quando è una conseguenza quasi diretta dello sviluppo del bambino: il bambino deve essere sufficientemente attento, coordinato, responsabile e “alto” da potersi muovere in sicurezza vicino al cavallo, che per quanto docile e mansueto sia, resta sempre una animale di grossa taglia e di alcuni … quintali. Diciamo che cinque anni è una buona età per iniziare un approccio sereno, consapevole e costruttivo. Il come è faccenda più complessa. Il cavallo ha infatti delle specifiche caratteristiche comportamentali che il bambino deve gradualmente imparare a conoscere, per poter fare amicizia con lui. E può conoscerle solo osservando e interagendo con il cavallo nel suo ambiente naturale, nella sua libertà di espressione; deve imparare a relazionarsi con il cavallo, a entrare in sintonia con lui , a capirlo, a sviluppare insomma quel linguaggio “non verbale” a cui siamo ormai diventati sordi. Solo raggiunto questo traguardo il cavallo potrà diventare anche un compagno fedele per una futura attività sportiva.

L’equitazione, ricca di nozioni tecniche, se non preceduta da un’attività propedeutica di questo tipo, rischia invece di trasformare il cavallo da compagno a mezzo. E qual’ è lo strumento ideale per il bambino per imparare, quello a lui più consono, se non il gioco? Il gioco come libera espressione di sé nello spazio, nel tempo , nel gruppo. Il gioco come ricerca di armonia dentro di sé e nell’ambiente. E la relazione con il cavallo come accudimento inteso come prendersi cura nel senso più autentico del termine. Ma allora quando iniziare un corso di equitazione? I fattori sono molteplici e sicuramente variano da ragazzo a ragazzo ma possono essere sommariamente riassunti in due grandi punti: Dal punto di vista emotivo , dal momento che quella con il cavallo è una relazione vera e propria, e anche complessa, il bambino deve avere maturato capacità relazionali, specialmente attraverso il gioco libero, di gruppo, all’aperto. Esattamente come una volta avveniva sulla piazza, il bambino deve essere inserito in una dinamica di gruppo. Sempre più abituati a investire il proprio tempo libero in maniera individuale e in un certo senso “isolata” la prima difficoltà con cui si vengono a scontrare i ragazzi quando iniziano un corso di equitazione, è quella di instaurare una reale e leale relazione con il cavallo, elemento imprescindibile per qualsiasi disciplina equestre. Dal punto di vista fisico il bambino deve avere sviluppato attraverso il gioco e il movimento una padronanza e una consapevolezza corporea.

I cari vecchi giochi “tradizionali”, quali la bicicletta, il salto della corda, il gioco del pallone costituiscono la migliore palestra per affinare equilibrio, coordinazione, senso del ritmo e dello spazio; tuttavia oggi sono caduti in disuso lasciando spazio a giochi individuali, statici e privi di finalità relazionali al punto che, per quanto paradossale possa apparire, è sempre più difficile trovare un bambino che sappia saltare la corda. Se però si pensa a quanto, solo per fare un esempio, il senso del ritmo sia determinante in un’andatura come il trotto, ci si rende facilmente conto di quanto sia importante garantire innanzitutto un percorso formativo di questo tipo al proprio bambino prima di fargli intraprendere un corso di equitazione vero e proprio.

La maturazione di queste competenze psicomotorie è chiaramente un percorso soggettivo, che dipende in gran parte dalla varietà e dalla ricchezza del bagaglio esperienziale del ragazzo e quindi dal suo grado di sicurezza, di libertà di espressione, di capacità di armonizzare i propri stati emotivi. Per questo consigliamo di iniziare un corso di equitazione non prima dei dieci anni quando il ragazzo dovrebbe essere pronto a recepire, divertendosi, tutti gli stimoli e gli effetti che uno sport come l’equitazione apporta.Trattandosi di uno sport completo, infatti richiede l’impegno di tutte le parti del corpo; sviluppa le capacità di coordinazione ed equilibrio; favorisce i processi di concentrazione, attenzione, memorizzazione e apprendimento; stimola la creatività e l’espressività; aumenta il senso di sicurezza e fiducia in sé e negli altri.

Chiara Bertinetti e suo marito David Eliantonio, Istruttore F.I.S.E. di I livello, Guida Equestre Ambientale, Operatore Cavalgiocare, gestiscono il bellissimo maneggio I Pupini, dove potrete trovare anche tante utili informazioni oltre che il dettaglio delle loro attività.

Scuola di Equitazione Astisport.


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