Serve “un’azione decisiva” contro i ribelli delle Forze democratiche di liberazione del Rwanda (Fdlr) attivi nell’est della Repubblica Democratica del Congo.
Lo ha sostenuto, in una telefonata al presidente congolese Joseph Kabila,lo stesso segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon.
Le Fdlr “non hanno mantenuto la loro promessa di disarmare e la scadenza del 2 gennaio è trascorsa senza risultati significativi”, ha notato Ban, ricevendo in risposta l’assicurazione che le forze governative (Fardc) sono pronte ad affiancare la missione Onu nel paese (Monusco).
Di una possibile azione “imminente” per disarmare i ribelli originari del Rwanda ha anche parlato il comandante dei ‘caschi blu’, il generale Carlos Alberto dos Santos Cruz, in un’intervista alla radio delle Nazioni Unite.
“È importante che le Fdlr cessino le loro attività nell’est del Congo per portare stabilità alla regione”, ha aggiunto l’alto ufficiale.
Pur riconoscendo che non si tratta dell’unico gruppo attivo nell’area, inoltre, dos Santos Cruz ha sostenuto che i combattenti ruandesi “hanno un grande peso politico”.
Una decisione su come affrontare il problema della milizia, forte – secondo le stime – di 2000 uomini verrà probabilmente presa in un vertice il 15 gennaio: a parteciparvi saranno i rappresentanti di diverse organizzazioni regionali.
Diversamente sarà necessario ricorrere ad un intervento militare armato contro gli uomini delle Fdlr, i noti fuoriusciti dal Rwanda subito dopo l'esecrabile genocidio, che uccise circa un milione di tutsi e hutu moderati.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)