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banalità del male (sempre lei)

Creato il 28 marzo 2013 da Omar
banalità del male (sempre lei) Juame Balaguerò è il regista del primo, sorprendente REC, ma anche di Fragile, Darkness e del secondo, inguardabile REC. Opere, queste ultime, che ci avevano tenuto volontariamente alla larga da Bed Time, del 2011. E mal ce ne incolse, perché il passaggio dall'horror al thriller esistenziale è da sturbo e sbaraglia ogni dubbio sulle straordinarie qualità registiche di questo dotato cineasta catalano. La vicenda s'impernia attorno alla quotidianità di Cesar, glaciale portiere di un ricco condominio spagnolo, a Barcellona, un uomo qualunque che ben presto, attraverso trovate di sceneggiature molto astute e deliziosamente congegnate, scopriremo trattarsi di un essere immorale e perverso nonché d'un maniaco da cui è meglio guardarsi attentamente. Cesar infatti, in possesso di ogni chiave d'ingresso degli appartamenti, s'intromette nelle vite altrui manipolandole e appropriandosi di pezzi d'esistenza che egli non riesce ad esperire in prima persona. E, nel caso di una piacente ragazza che vive da sola al piano superiore, diventandone l'ombra che lentamente ne distrugge le certezze. banalità del male (sempre lei) L'attore che impersona il protagonista (Luis Tosar, già apprezzato in Cella 211) è fantastico quando sgrana il suo cipiglioso sguardo criminale e mette paura per davvero mentre, steso nottetempo sotto il letto della vittima, attende che questi si appisoli per narcotizzarla col cloroformio ed abusare di lei. Se la critica sociale può risultare appiccicaticcia (ma solo se la si guarda con l'occhio démodé del cinefilo in cerca di "messaggio") la pellicola procede con passo spedito sino al finale in un crescendo ritmato e non scontato che appassiona (un paio di sequenze, quella in cui l'intruso rischia di essere scoperto in primis, sono da cardiopalma) e lo spettatore non può che finire per controllare sotto il proprio letto dopo la visione. Film solido, potente, da godersi con una lattina di birra/bibita gassata qualunque in mano, pronti a saltare sulla sedia (possibilmente senza ruttare).

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