Banana Yoshimoto, Quando l’Amore non ha Età

Creato il 16 novembre 2011 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Postato il novembre 16, 2011 | LETTERATURA | Autore: Claudia Santonocito

Sullo sfondo di uno sfocato Giappone, Banana Yoshimoto – tradotta per Feltrinelli da Gala Maria Follaco – nel suo High & Dry. Primo amore si cala nei panni di un’adolescente alle prese con la prima cotta. La voce narrante è quella di Yūko, una ragazzina di quattordici anni, con la passione per i gelati e il disegno. La prima è una sorta di rito quotidiano che condivide con la madre eccentrica; la seconda è correlata a Kyū, il suo professore di disegno che ha il doppio dei suoi anni e di cui è segretamente innamorata. Citando Dante, “galeotto” stavolta non è “il libro” né tanto meno “chi lo scrisse”, quanto degli strani omini verdi che Yūko e Kyū si ritrovano a fissare increduli durante l’ora di lezione, nell’indifferenza totale del resto della classe. Da questo evento tra il soprannaturale e il magico, comincerà una lenta e dolcissima amicizia che Yūko spera si trasformi presto in un amore contraccambiato. Premettendo che la trama è abbastanza banale e che anche Banana Yoshimoto – come tanti scrittori contemporanei – è caduta nel cliché modaiolo del tema dell’innamoramento per una persona molto più grande, nella fattispecie di un professore, il romanzo nella sua brevità è carico di emozioni. La scrittrice giapponese è riuscita a calarsi perfettamente nella vita di un’adolescente con i suoi dubbi e le sue incertezze: Yūko è una bambina che si trasforma pagina dopo pagina in una ragazza, soffre per la lontananza del padre che vive dall’altra parte del mondo, si arrabbia per gli orari di rientro a casa, prova invidia e gelosia per le donne che corteggiano Kyū.

L’amore in questo romanzo viene trattato con i guanti: è puro, delicatissimo, e totalmente platonico; è un sentimento che sa attendere, lontano dalla carnalità quotidiana a cui siamo ormai abituati. Yūko vive il suo primo amore con semplicità e naturalezza, vi scova una forza capace di trasformare il suo mondo. Questa forza riesce a farle percepire le cose in maniera diversa, come se fossero ricoperte tutte da una patina magica che ha il potere di far brillare un mondo popolato da strani esseri che una persona comune non riesce a vedere. Chiudendo questo libro dalla copertina gialla sulla quale spicca un delizioso disegno di una bimba che legge, rimaniamo con un gusto agrodolce in bocca. La semplicità alla quale quest’autrice giapponese ci ha abituati è in questo caso più disarmante che mai. Le descrizioni e i dialoghi, per quanto possano essere ordinari, sono sospesi in una realtà ovattata, quindi per chi ama avere i piedi per terra e aborre i sentimentalismi bisogna ammettere che questo non è il libro adatto. E per finire una curiosità, il titolo riprende la canzone dei Radiohead High and Dry, uno dei loro pezzi di maggior successo, ma che per oltre dieci anni dalla sua uscita – era il 1995 – venne esclusa dalla scaletta nei loro concerti. Lo stesso Thom Yorke in un’intervista di qualche anno fa ha definito questo brano come uno dei più brutti mai composti. Sarà un caso, sarà il destino, ma come per la canzone, Banana Yoshimoto o si odia o si ama, senza mezze misure.



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