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Banche

Da Loredana V. @lorysmart

Una volta le banche facevano le banche, ossia erano i soggetti intermediari tra chi aveva un’eccedenza di denaro e lo voleva investire e chi invece ne era carente ed era disposto a pagare per ottenere liquidità.
Il guadagno della banca consisteva quindi nella differenza tra gli interessi percepiti dai debitori e quelli corrisposti ai creditori,  ai quali si aggiungevano i compensi per i servizi (tenuta del conto, deposito titoli, bonifici, pagamento di bollette,cassette di sicurezza etc).

C’era anche un rapporto fiduciario tra il direttore della banca, specialmente se si trattava di filiali site in piccole città o addirittura paesi: i clienti spesso erano interi nuclei familiari, il direttore stesso li conosceva personalmente, tanto che a volte concedeva loro prestiti sulla fiducia, senza richiedere garanzia, in quanto la fiducia personale era reciproca.

Poi sono iniziate le speculazioni.

I clienti che magari sono piccoli bottegai, muratori, impiegati, contadini, tassisti, persone che hanno sempre lavorato onestamente ma senza avere lauree in economia e finanza, quindi senza nessuna conoscenza del mercato, ed hanno sempre depositato in quella banca i loro risparmi, non sono certo grandi speculatori, ma solo persone che volevano salvaguardare il valore del proprio gruzzoletto. Ho letto di obbligazioni che offrivano il 7% di interesse, ma la maggior parte addirittura non arrivava al 3%, e questo certamente non è comportamento da grandi maneggioni, anche se su molti siti sono stati dipinti come affaristi grulli che si meritano quanto è successo loro.

Poi leggo dell’intervista a Repubblica dell’impiegato di Banca Etruria che ha venduto i titoli al pensionato che si è ucciso, e là si chiariscono molte cose: i funzionari di banca erano spinti a promuovere quel tipo di investimenti, altrimenti venivano richiamati dai superiori. Anche i contratti erano scritti in maniera confusa: 60 (sessanta) pagine di difficile comprensione, piene di clausole e rimandi, quindi la maggior parte dei risparmiatori li firmava sulla fiducia. E non è che quando un risparmiatore va in banca si faccia accompagnare dall’avvocato o dal commercialista: se lui ha scelto quella banca molto spesso è perché è quella che era ancora di suo padre o di suo nonno. Ignorante di finanza e di economia bancaria , ma non per questo deve essere considerato un pollo da spennare.

http://m.repubblica.it/mobile/r/sezioni/economia/2015/12/12/news/_ho_luigi_sulla_coscienza_ma_l_ordine_di_mentire_ci_arrivava_dalla_banca_-129285719/ 

Leggo pure l’intervista di un direttore della Banca Etruria che spiega come adescavano i clienti, scegliendoli spesso tra i più anziani e meno acculturati

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/notizia_2149195201502a.shtml

Inoltre adesso salta fuori che i titoli erano TOSSICI.

Allora, se io vado dal mio pizzicagnolo dal quale mi fornisco da anni, e questi un bel giorno mi vende del formaggio ammuffito o dell’olio adulterato, il negoziante è passibile di denuncia per truffa e mi deve risarcire. Nel caso delle banche, c’erano degli organi di controllo che dovevano vigilare sulla bontà dei prodotti proposti al pubblico (Banca d’Italia in primis, ABI e, per quel che concerne le obbligazioni, anche la CONSOB). Nessuno di questi organi ha vigilato, anzi sono enti che sono solo degli stipendifici, per giunta parecchio “cari”. Anche gli amministratori delle banche “salvate” percepivano somme che si aggiravano sui 600mila euro annui, tutto questo per amministrare molto, ma molto male.

Da altre parti leggo che per mettersi al riparo da sorprese, basterebbe fare una visura camerale della situazione (bilancio) della propria banca.

Nulla di più inutile. Ricordiamo il fallimento della Enron, ancora nel 2001 (quindi ancora precedente al fallimento Lehman del 2008). La Enron aveva bilanci in attivo, per giunta certificati dalla società di revisione Anderson, tanto che la stessa certificatrice fu costretta a chiudere i battenti. I bilanci però erano truccati, e nemmeno il più avveduto risparmiatore avrebbe potuto accorgersene da una semplice visura. Lo stesso accade per molti bilanci depositati. Apparentemente ottimi, ma vai a scoprire se nascondono delle magagne!

Il vero guaio è che ci costringono ad usare i canali bancari sempre di più. Prima con il limite al contante, poi con il sempre crescente utilizzo della moneta elettronica per arginare il fenomeno dell’evasione. Io sono quella che pagherebbe tutto con bancomat e carta di credito,ma lo faccio esclusivamente per la MIA comodità: in questo modo ho sempre sotto controllo le spese che faccio, ma riconosco che limitare l’uso del contante è una pratica dittatoriale e di nessuna utilità per limitare o abolire l’evasione. I grandi evasori non sono certo quelli che non ti rilasciano lo scontrino per il caffè o per la risuolatura delle scarpe. Hanno altri canali, altri sistemi…lo stato lo sa, ma fa orecchio da mercante, accontentandosi di prendere nella rete ogni tanto qualche pesce piccolo e controllando tutti gli altri…altroche Orwell ed il suo 1984: ogni nostro movimento è schedato e controllato…Nemmeno i correntisti sono poi completamente al sicuro. Al di là del Bail-in che entrerà in vigore il prossimo anno, pure chi ha depositi superiori ai 100mila euro sarà tenuto a partecipare al salvataggio delle banche in difficoltà, ma già da ora c’è un articolo del codice civile , il 1834, che dice che i soldi depositati presso un istituto bancario diventano PROPRIETÀ dello stesso, anche se sussiste l’impegno da parte della banca di restituire l’importo depositato presso di lei nella stessa misura monetaria. Considerati i tempi, sarebbe davvero meglio ricominciare a mettere i soldi sotto il materasso o, cosa ancora migliore, spenderseli tutti prima che cadano preda degli avvoltoi.


Archiviato in:così la penso io, Notizie e politica Tagged: banche salvate, truffa

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