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Banchee - Banchee (US Hard Rock)

Creato il 29 gennaio 2013 da 79deadman @79deadman
Banchee - Banchee (US Hard Rock)
Artista: Banchee Titolo: Banchee Anno: 1969 Label: Atlantic 8240
Lineup:
Peter Alongi - Lead Guitars, Vocals   Jose Miguel Dejesus - Guitar, Vocals   Victor William Digilio - Drums   Michael Gregory Marino - Bass, Vocals   Johnny Pacheco – Percussion
Tracklist:
The Night Is Calling 3:30   Train Of Life 3:21   As Mу Thinks 3:11   Follow A Dream 4:28   Beautifully Day 5:10   Evolmia  3:24   I Just Don't Know 3:17   Hands Of A Clock 4:14   Tom's Island 8:49
Un gruppo di latinos sotto copertura; quintetto di newyorchesi con la West Coast piantata nella testa. Si sforzano di dare risposta alle nevrosi della costa atlantica sfogandosi in intricati happening chitarristici, ma riescono solo a sentire più forte la nostalgia per il sole della California. I Banchee sono l’ombra chicana dei Crazy Horse senza un cantautore a guidarli; e allora scelgono di giocarsi tutto sul timbro affascinante di melodie appena zuccherose che hanno a volte la fastidiosa tendenza a sovrastrutturarsi in produzioni complesse che non rinunciano ad orchestrazioni per archi e ottoni stile All You Need Is Love (Follow A Dream) o in parti vocali tra il melenso e l’angelico, che fortunatamente non sovrascrivono nè le belle distorsioni per chitarre gemelle di Beautifully Day, né la pregevole elasticità della sezione ritmica, e neppure certi riff violenti, almeno nelle intenzioni (Evolmia). Con una buona dose di cinismo urbano in più avrebbero potuto essere i Blue Oyster Cult, piuttosto che una versione pallida di Santana; in realtà hanno ripiegato su brani sbilenchi di certa para-psichedelia britannica (Hands Of A Clock) da Pretty Things ignari delle avventure dei colleghi rotolanti. E bisogna dire che le resa finale non è assolutamente male, ma certo l’Atlantic del 1969 sapeva come fare suonare i suoi dipendenti. In una miriade di spunti interessanti, come il rullante pop-blues ferroviario di Train Of Life, rimangono ben in mente la strafottente distorsione di As Mу Thinks con tutti i suoi latineggianti cambi di ritmo, e il bel distillato proto-hard di I Just Don't Know che finalmente nulla concede alle armonie celesti  e che infila un filotto riff-strofa-assolo di bel lignaggio. Alla fine i chitarristi Alongi  & Dejesus tentano anche la carta dell’epica, edificando gli otto minuti e mezzo di Tom's Island come fossero l’ibrido Beach Byrds impegnato nella traduzione di qualche rock-opera Mod. Bel suono, approccio d’imponente fattura, ma non mancano passaggi di stucchevole autocompiacimento. Un lavoro a tratti ridondante per un gruppo che lascia l’amaro in bocca per non saper sfruttare un grande sound e una bella coesione interna.
LP di prog-pop dalla spiccata vena hard, Banchee è annoverato tra i classici dimenticati del suo tempo, a torto spesso associato ad orizzonti acidi e fricchettoni che in realtà non gli appartengono del tutto. L’imponente distribuzione Atlantic non ne ha ancora fatto un pezzo da collezione, pur essendo un album perfino sopravvalutato dal punto di vista artistico: il vinile originale USA (classica label rosso/verde e inserto con i testi) gode di un buon volume di scambi con prezzi che difficilmente superano i 100 $ (cifra in effetti esagerata sia per il disco sia per la label…). La ristampa in CD della Lizard accoppia i due album del gruppo: comodo ma costoso (tra i 15 e i 30 euro). Bella la cover dal vago gusto orientale.
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