La playlist dei pezzi immancabili del Banco del mutuo soccorso. Da ascoltare per entrare nella loro musica, e non uscirne più, inevitabilmente.
In volo
L’incipit per antonomasia, quello che tutti coloro che amano il banco, e non solo, ricordano: Lascia lente le briglie del tuo Ippogrifo, oh Astolfo.
R.I.P.
Il miglior pezzo per entrare nella musica del banco. Epico.
Metamorfosi
Uno dei pezzi prog più belli di sempre, indescrivibile sentito dal vivo
Il giardino del mago
La suite del Banco, con strofe musicali da brividi
L’evoluzione
Il grande pezzo d’inizio del concept Darwin. Un brano meraviglioso
La conquista della posizione eretta
Altro grandissimo pezzo, prog all’ennesima potenza!
Cento mani cento occhi
Una canzone in forma canzone, e non ce ne sono molte del Banco. Il testo si siede accanto al pensiero di Hobbes e Locke, per dire.
750.000 anni fa… l’amore?
La canzone d’amore del Banco, in pieno stile Banco, intensa e commuovente
La città sottile
Un testo visionario e sconclusionato, ma un gran pezzo
Canto nomade di un prigioniero politico
Altra suite, con brani musicali sorprendenti, da pelle d’oca. E il meraviglioso cantato finale: Io sono nato libero
Dopo niente è più lo stesso
Brano antimilitarista e non solo, dal ritmo travolgente, e la drammaticità tagliente
Non mi rompete
Il brano che conclude i concerti, dalla musica soave e il testo incantevole. Versione live da Nudo è l’esecuzione migliore, per capire questi come diavolo suonano!
Il ragno
Qui nella versione acustica che preferisco del brano! Incalzante, Io sono il ragno che fila, lungo i più oscuri buchi.
p.s.: Per chi è ancora affezionato agli album e riconosce loro una autonomia strutturale, si procuri BMS, Darwin e Io sono nato libero