Tata Martino, tecnico del Barcellona
risponde alle critiche piovutegli sul modo di giocare
PERSONAGGI (Barcellona). Che per Tata Martino allenare il Barcellona non sarebbe stata una passeggiata, beh, lo si poteva immaginare. Certo è che in pochi immaginavano che le notizie di calcio dell’ultim’ora provenienti dalla Spagna dessero il tecnico blaugrana accusato di aver stravolto la filosofia del tiki-taka. Prima però, i fatti.
Nella vittoria esterna del Barça col Rayo Vallecano, vinta da Messi e compagni per 4-0, per la prima volta dopo 316 gare il possesso palla ha avuto una percentuale migliore per gli avversari. Un sacrilegio per l’intero popolo catalano e per i media spagnoli, abituati oramai a vedere la sfera fra i piedi di Xavi e Iniesta con una certa regolarità durante tutto il corso del match. Nonostante il risultato rotondo, quindi, su Martino sono piovute critiche come e più di una sconfitta, con la chiara accusa di attuare un rinnovamento tecnico-tattico che va a scapito del già rimpianto tiki-taka.
Proprio a queste critiche l’allenatore argentino ha risposto per le rime: “Immaginavo che sarebbero arrivati giudizi di questo tipo – ha esordito – d’altra parte per una squadra che ha sfiorato la perfezione ogni aspetto negativo sembra disastroso; in realtà io non ho modificato proprio nulla e se la media del possesso palla fino allo scorso anno era del 68%, i nostri dati dicono che ora è del 67,8%, quindi per uno 0,2% in meno le accuse mosse mi sembrano alquanto ingiuste”. Non solo. Forte delle sue cinque vittorie nelle prime cinque gare, Martino ha addirittura rilanciato: “Sapevo che sarebbero giunte critiche: io sono argentino, se invece fossi stato spagnolo o olandese…”
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