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Barça, quanto spreco   nel folle calciomercato

Creato il 02 maggio 2013 da Mbrignolo
villa

David Villa in ginocchio.
(Foto tratta da Fcbarcelona.com)

TECNICA (Analisi). C’è un aspetto importante che emerge nella disfatta totale del Barcellona, un aspetto che esula dal seppur evidentissimo gap palesatosi fra i blaugrana e il Bayern Monaco, un aspetto che in pochi hanno colto in una squadra fino a ieri giudicata, a ragion veduta, la migliore del mondo.
Facile sarebbe parlare della mancanza di Messi: a mezzo servizio nel turno di andata, costretto alla panchina ieri sera, la Pulce ha comunque recitato una Champions con il freno a mano tirato. Con lui al top il Barça avrebbe fatto meglio? Possibile, ma – come dice il saggio e raggiante Heynckes – nel  7-0 finale ha poco senso individuare in Leo l’unica ragione di tale passivo.
Altrettanto facile sarebbe insistere sull’altra frequente mancanza verificatasi in questa particolare annata, ossia quella del convalescente Vilanova: è indubbio che un suo apporto costante al timone della super-nave catalana avrebbe dato al nuovo ciclo “post-guardiolano” un’impronta più chiara, frutto del lavoro maniacale e continuo che il buon Tito non ha però potuto mettere in pratica; anche qui, tuttavia, ci si chiede quanto il gap con i bavaresi sarebbe stato realmente colmato.
C’è però un’osservazione, uno spunto, che vogliamo sottolineare; una riflessione che sorge passando al setaccio l’organico del Barcellona e, soprattutto, scorgendo i nomi di quei calciatori giunti al Camp Nou acquistati “dall’esterno”, e non cresciuti nell’arcinota Cantera blaugrana.

La tesi? Semplice. Il Barcellona non sa comprare.

Fabregas

Cèsc Fabregas affranto dopo il k.o.
(Immagine tratta da Fcbarcellona.com)

Tutto inizia nell’estate 2009: il Barça compra dall’Inter Ibrahimovic mettendo sul piatto Eto’o più 55mln di euro. Il risultato? Ibra segna, è vero, ma i nerazzurri grazie anche a Eto’o vincono la Champions superando proprio i blaugrana in semifinale.
Da lì in poi campagne acquisti quantomeno incaute, con pochi ma carissimi “malaffari” messi a segno nel calciomercato e, soprattutto, deludenti dal punto di vista del rendimento.
Detto di Ibra, nell’estate del 2010 approda al Camp Nou David Villa: 40mln finiti nelle casse del Valencia, una stagione in cui con Guardiola si vince tutto, è vero, ma i 24 gol in 52 partite dell’attaccante spagnolo insinuano parecchi dubbi sulla bontà della scelta di acquistarlo. Dubbi che rischiano di divenire certezze nell’esaminare le annate seguenti, dove Villa non è assolutamente grande protagonista, riporta un bruttissimo infortunio e fa poco per giustificare la cifra spesa per lui.
Con Villa, ma dal Liverpool, arriva nello stesso anno Javier Mascherano: materia grigia dei Reds di Rafa Benitez, l’argentino trova spazio solamente a lungo termine e non nel suo ruolo congeniale, ossia a centrocampo, ma come regista arretrato nella linea difensiva. Al di là del buon rendimento, li spendereste 22mln per un giocatore da impiegare fuori ruolo?
Anno nuovo, nuovi arrivi. Nel 2011 torna a Barcellona Cèsc Fabregas: l’ex capitano dell’Arsenal viene pagato anch’egli  40mln di euro (34+6 di bonus). Segna nella finale di Supercoppa Europea, è vero, ma dopodichè di lui si hanno molte meno tracce di quanto ci si attenderebbe. Come nella Nazionale spagnola, anche al Barça il centrocampista soffre il collaudato impianto in mediana formato da Busquets, Xavi e Iniesta, finendo spesso in panchina oppure, anche lui come Mascherano, fuori ruolo in una linea stavolta d’attacco.
Con Fabregas, arriva Alexis Sanchez, ingaggiato dall’Udinese per 37,5mln di euro. Il trasferimento più costoso del calcio cileno, non ingrana, riporta qualche infortunio di troppo e a oggi di lui si parla come di un “gran contropiedista poco adatto al gioco tutto possesso palla dei blaugrana”; che, detto più volgarmente, significa quasi 40mln buttati.
Infine, più compassato il mercato 2012, con l’arrivo di Song per 19mln dall’Arsenal , di Jordi Alba per 14mln dal Valencia, e poco altro.
Song gioca pochino e ieri sera ha messo in mostra tutta la sua ruggine. Jordi Alba gioca molto, segna anche nella remuntada di Champions contro il Milan, ma attenzione, il terzino è un prodotto proprio della Cantera catalana, prima venduto e poi ripreso, appunto, a 14mln. Non una genialata…

A proposito di Cantera, nel frattempo il Barça ha lanciato diversi giovani, confermandosi il vivaio probabilmente più fertile d’Europa. Colpisce, tuttavia, vedere come una società tanto attenta e precisa in ambito giovanile, si renda protagonista di una politica così poco lungimirante in ottica mercato.

Che sia il caso di chiudere i rubinetti?


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