Se visiti Barcellona di sicuro farai una passeggiata su Las Ramblas o ciondolerai sulle spiagge della Barceloneta e avrai la sensazione di essere circondato solo da cose spagnole. Tutto è rilassato, i bar sulla spiaggia fanno affari d’oro con la sangria, gli artisti di strada cantano classici del flamenco e su tutti i menùc’è la paella.
Ma la realtà è molto più complessa. Sebbene le strade di Barcellona siano affollate da milioni di visitatori ogni anno, sotto la superficie di questa meta internazionale si nascondono una cultura locale, una lingua e un paesaggio peculiari.
Vagamente spagnolo o totalmente catalano?
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‘El seny’ e ‘ la raucha’
Questi due termini posso essere tradotti come il ‘buonsenso’ e la ‘follia’, e riassumono i due tratti del carattere del catalano.
Da un lato onorano il lavorare sodo, la diligenza e il buonsenso – in netto contrasto con il famigerato atteggiamento del ‘mañana’ del resto della Spagna. Dall’altro, puoi vedere i segni de ‘la rauxa’ nell’imbattibile reputazione di Barcellona come capitale culturale e dei festival. Per non parlare del loro modo di guidare.
Quando si tratta d’iniziativa imprenditoriale i catalani giocano in un campionato di altro livello, producono oltre un quarto delle esportazioni spagnole e vantano un PIL pro capite più simile a quello tedesco che a quello del sud Europa. Questa ricchezza è stata a lungo motivo di scherno – una barzelletta spagnola popolare afferma che il fero filato sia stato inventato da due catalani che tiravano a vicenda una moneta.
Ricordi dolorosi
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Non è difficile capirne il motivo. Dal Medioevo fino al secolo scorso, la Catalogna ha lottato per conservare la propria identità individuale di fronte all’oppressione. Una storia spesso tragica ha plasmato un forte senso di appartenenza, in particolare durante la guerra civile spagnola – i Barcellonesi si sono sfortunatamente distinti per essere stata la prima popolazione civile presa di mira dai raid aerei.
I giorni bui dell’era di Franco hanno visto l’esecuzione di Lluís Companys, il presidente del governo radicale catalano nel 1930, e di migliaia di altri che non si sono adattati al brutale nuovo regime. Tuttavia con la fine della dittatura spagnola alla fine del 1970 e la riconsegna del potere effettivo alla Generalitat de Catalunya (il devoluto governo catalano) inizia un nuovo periodo di prosperità e di fiducia culturale.
Catalogna – il paese dietro Barcellona
La geografia gioca un ruolo importante nell’oscurare il resto della Catalogna, lontana dal punto di vista urbano dalla vivace e amante degli affari città di Barcellona. Da un lato la montagna di Collserola che circonda la stretta pianura della costa urbana e dall’altro il mare Mediterraneo a creare un confine naturale.
Le catene montuose alberate procedenti dai Pirenei, le valli solitarie e gli eccellenti vigneti, c’è molto di più in Catalogna rispetto alla capitale e alle località costiere. Soltanto la storica città di Girona e la spettacolare meraviglia naturale del Montserrat (il peculiare ‘monte seghettato’ catalano) sono posti da visitare assolutamente, se volete vedere le altre facce di questo aspirante paese.
La lingua e le tradizioni catalane
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E se c’è una cosa che fortifica l’identità catalana, è la sua lingua. Nonostante gli efficaci tentativi del regime di Franco di debellarlo, il catalano, con la sua grande tradizione letteraria risalente al Medioevo, ha iniziato a prosperare di nuovo. Oggi conta circa sei milioni di parlanti in Catalogna e nelle regioni limitrofe, soprattutto grazie alla politica dei governi locali della ‘normalizzazione linguistica’, che l’ha fatta diventare lingua ufficiale. Se visiti Barcellona lo sentirai parlare sicuramente in tutta la città.