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Barcellona, prologo

Creato il 22 luglio 2011 da Spaceoddity
Il volo è quasi puntuale, l'atterraggio suggestivo: lo sfondo appare del tutto anomalo, qui, anche per chi vi giunga da un'isola del Mediterraneo. Lunare, vastissimo, quasi desertico, dà l'idea di un paesaggio nordafricano. Si atterra male, sebbene non sembra ci sia vento.
Nel terminal dell'aeroporto la luce è fiabesca: un'ovatta azzurrognola leggerissima, come fumo che si decida a prendere forma, senza aggravarsi di una qualsiasi consistenza, un corridoio liquido di suoni sibilanti, un rincorrersi ovattato di gusti, così per gioco, al termine del quale un larghissimo pavimento riflettente intensifica l'idea di una surreale piscina, ma siamo nella capitale di Dalì, cosa ti aspetti?
L'albergo è in Plaza de Catalunya: sono tutti gentilissimi, ma non amichevoli. La cortesia, qui, è un po' affettata, appresa ad hoc: il tutto ha un po' il sapore di un mestiere settentrionale. Salgo in camera a raccontare il viaggio, ma il mio piccolo netbook sembra avermi lasciato, per rinascere solo adesso. Così, un po' in differita, "ritorno" da Bercellona a questo blog.
Ho preso tanti appunti, ho cercato di concettualizzare molte cose, ma per fortuna ho dimenticato parecchio. Il mio viaggio sta proprio qui, in quel che rende Barcellona un'esperienza inimitabile e lasciata anzitempo dietro le spalle.

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