E’ arrivato il momento di Luis Suarez, l’attaccante ex Liverpool e’ pronto a tornare in campo e al suo rientro lo aspettera’ il Real Madrid nel Clasico, in una supersfida di campionissimi. L’attaccante dell’Uruguay ha parlato cosi:
Negli ultimi match ai quali ho presenziato per vedere i compagni giocare, ho percepito una grande voglia, ansia di giocare, aiutare i compagni, mettermi a disposizione dell’allenatore. È stato brutto non poterlo fare sinora. Nei primi due mesi di squalifica è stata durissima: non mi sentivo un giocatore di calcio, un professionista. Questa è stata la cosa che mi ha fatto più male”.
Suárez sul debutto, sempre più vicino, e della futura sfida all’Ajax in Champions:
“Non me ne rendo ancora conto, posso solo immaginare le sensazioni. Debuttai al Trofeo Gamper, ma ero un po’ nervoso, mi sentivo quasi un ospite, non un giocatore del Barça. Esordire nel Clásico? Sono una di quelle persone che crede che le cose non accadano casualmente: se tra 19 squadre della Liga il mio debutto cadrà proprio con il Real, al Bernabéu, un motivo ci sarà – ha affermato – Incontrare l’Ajax per la mia prima partita in Europa con il Barça è un segno del destino, sarà una partita speciale: tornare a giocare questa competizione era il mio obiettivo, sognavo di farlo con la squadra che ho da sempre desiderato”.
Sul suo ruolo in campo:
“Quando non potevo allenarmi con la squadra, andavo in una palestra con un preparatore fisico: venivo da un’operazione al menisco, ho lavorato duro per tornare al 100%. La qualità della squadra è incredibile: voglio aiutare il gruppo, vincere titoli e dare il massimo in ogni partita. In campo non mi piace essere statico e ristagnare in area: preferisco muovermi su tutto il fronte d’attacco, segnare e fare assist, ma sarà Luís Enrique a decidere sul mio utilizzo”.
Infine, uno sguardo ai difficili mesi precedenti, con un aneddoto relativo agli inizi da calciatore:
“Quando avevo 14 anni giocavo nelle giovanili del Nacional de Montevideo: mi dissero che in quella stagione avevo deluso le aspettative, non volevano più contare su di me, le cattive compagnie mi avevano distratto troppo – ha rivelato - Perdomo, il mio allenatore, mi diede un’ultima opportunità: da quel momento, iniziai a decollare, grazie anche alla presenza della mia futura moglie Sofia, che mi portò sulla strada giusta. Il morso a Chiellini? Mi è costato molto accettare la realtà, non riuscivo a rendermi conto di ciò che avevo fatto, non volevo accettarlo– ha dichiarato – In quei giorni non volevo sapere nulla, solo stare con la mia famiglia. Mi sono pentito di tante cose, chiedere scusa significa questo: spesso, però, sono stato giudicato senza prove, come quando sono stato reputato razzista. Questa è stata la cosa che mi ha ferito di più”. Sguardo al presente, passato alle spalle: Suárez è pronto a ricominciare. 25 Ottobre, Santiago Bernabéu, Real Madrid – Barcellona : El Clásico. Un palcoscenico del genere, d’altronde, è roba da fuoriclasse: come dice Suárez, un motivo ci sarà…