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Barchette vikinghe

Da Melagranata

Barchette vikinghe.

 

Barchette vikinghe

Sparita da decine di giorni, mea culpa. Non solo mia, in effetti.
Prendete una cagnolina simpatica e oggi un po’ vecchiotta. Una cagnolina che non ha mai imparato ad accontentarsi del cibo – abbondante – che le viene messo a disposizione ogni giorno dalle sue padroncine.

Barchette vikinghe

Cucciola di 50 giorni, si divorò una torta di mandorle e carote, ancora calda. Fu poi la volta di una ciotola intera di cioccolatini ripieni al caffè (due giorni ad arrampicarsi sui divani e a correre come pazza per ogni dove e altri due stramazzata sul tappeto dell’ingresso, senza riuscire a risvegliarsi), si passò poi a furti di caramelle, di arrosti direttamente dal tavolo di cucina, a una indigestione di olio fritto, rubato dalla padella, a un musetto che fruga tra i sacchetti della spesa, che grufola ovunque durante le passeggiate. Le padroncine sempre sul chivalà, a coprire i dolci con la campana, a spostare in alto, ma molto molto in alto, ogni briciola, ogni rimasuglio. Eppure, la settimana scorsa, è riuscita ad arrivare al sacchetto della spazzatura, chiuso, si pensava, sul terrazzo della cucina, E invece no. E invece uno stecchino, ingurgitato in fretta, per divorare il buon cibo che lo nascondeva, le ha perforato lo stomaco ed è arrivato al pancreas, dove ha fatto tutti i danni che ha potuto.
Non vi racconto la corsa al Pronto soccorso veterinario, gli esami, l’operazione lunga e disperata, i pianti e la paura, il volto serio del chirurgo che diceva poche speranze.
Eppure Tilly ci ha sorpreso ancora: forte e combattiva ha resistito all’operazione, alle medicazioni e alle flebo, al dolore e allo stordimento, a una settimana chiusa in una grande gabbia che abbiamo spesso condiviso con lei, per dirle che c’eravamo, che lottavamo al suo fianco.
Ieri sera l’abbiamo riportata a casa, stanca e molto acciaccata, una lunga cicatrice sul ventre, ma gli occhi svegli, dolci e grati.
Tosta, come le donne della famiglia!

Si ricomincia dunque, scusate il ritardo, ancora.
Mancano 44 giorni a Natale: avete già idea di cosa preparerete? Facciamo così, il lunedì vi posterò qualche Ricetta per le Feste, che forse potrà piacervi.
Cominciamo con questa antipasto piccino e profumato, adatto anche come finger food per un buffet. (Ricetta tratta da un A Tavola, credo, di molti anni fa e forse un poco rivisitata.)
Profumi nordici, sapori di ghiacci e mari baltici, inaspettata delicatezza. Provateli!

Barchette vikinghe

 

600 g di finocchi freschissimi
1 filetto di aringa affumicata (ca. 40 g)
1 dl panna fresca
100 g di barbabietola cotta al forno
60 g di cipolla rossa
10 g di olio evo
sale e pepe
Mondate la cipolla, tagliatela a fettine sottili e tenetela in acqua fredda.
Pelate la barbabietola, tagliatela a pezzetti e frullatela fino a ottenere una crema omogenea.
Montate la panna, con un pizzico di sale e incorporatela alla crema di barbabietola, in una ciotola capiente, con un movimento dal basso in alto per non smontarla.
Coprite la mousse così ottenuta con pellicola e tenetela in frigo.
Pulite l’aringa e riducetela a pezzettini.
Tagliate i finocchi a metà verticalmente, eliminate le foglie più dure e scegliete quelle più tenere e regolari (almeno 2 o 3 a persona)
Lavatele e asciugatele.
Riempite con la mousse di barbabietola, disponete i pezzettini di aringa e decorate con le fettine di cipolla.
Guarnite con qualche ciuffo di barbetta di finocchio, spolverizzate con il pepe, condite con qualche goccia d’olio evo e servite.


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