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Bardolino

Creato il 20 giugno 2010 da Ironfrankie
Mancavo da due anni da questa gara. A parte il battello d'acqua che ci ha accompagnato nelle tre discipline senza risparmiarci, me la ricordavo bene. Il lago al solito bastardo, con quell'ondina ubriacante. La bici nervosa, con quegli strappetti inusuali e continui che impediscono di tenere (parlo per me, ovviamente) le ruote anche dei piu' lenti, e -per fortuna- una corsa piatta, e tutto sommato lineare.
Della nostra squadra eravamo in 6, lungo la strada, in autogrill ho conosciuto pure sciffo, il cui blog e' fonte di allegria sublime. Poi tanti altri che mi hanno salutato (Mazzo, Eto, Matteo., Corrado, Mauro...), ed ho rivisto con piacere. Una citazione a parte per Lucianone, l'amico bergamasco. Anche se dovrei depennarlo dalla lista degli amici, perche' prima della gara era tutto un dolore (schiena, spalle, peso... "non so se finisco") e poi mi raggiunge al 25 km della bici (dopo che mi ha recuperato 3 minuti di batteria e non so quanti di nuoto che avevo di vantaggio) e mi lascia li' come una pera cotta. E di corsa sembrava una gazzella keniana.
Ho temuto per la mia salute anche quando sciffo mi ha passato di corsa e gli sono stato qualche secondo sottovento...
Comunque arriviamo a Bardolino (io e Carla, che nella speranza che le previsioni si sbagliassero e' venuta) con un bel sole. Il parcheggio ed il ritiro pacco gara sono rapidi e veloci (ma soprattutto vicini), poi, espletate le operazioni di rito (zona cambio), mi avvio alla partenza, e il tempo sta mettendosi al brutto. Muta facoltativa, e ce la mettiamo praticamente tutti. Parto seguendo il filo che tiene le boette, qui sembra di nuotare in piscina. Dopo un po' lo perdo, il lago e' scuro ma forse e' il cielo che lo rende torbido... Piove ma io me ne accorgo dopo un bel po', e quando esco oramai ho la bici, le scarpe, il casco e pure quelle da corsa spolte. Salvo il salvabile, ovvero le metto suole in alto, ma temo gia' vesciche da guinness dei primati.
Dopo gli urlacci del giudice (avevo dimenticato il pettorale attaccato al manubrio), finalmente vedo Carla imbaccucata nel poncho che si e' portata dietro piu' per scrupolo, e le allungo gli occhiali: con la luce che c'e' fanno solo danno (e perdere un paio di Oackley Limited Edition non e' bello). A fatica tengo qualche ruota, ma gli schizzi mi accecano, e poi ci pensano le prime 2 salite a farmi perdere tutto. Anche il pedale, il cui piede scivola nella scarpa, toh!, perche' bagnato.
La bici sara' una bella sofferenza, ma tant'e', ci sono abituato. Nel durante vedo molte forature, mi dicono che molti sono anche caduti. Certo, con quest'acqua basta avere i cerchi in carbonio che se freni a Bardolino ti fermi a Verona. Comunque arrivo bene, e faccio la mia unica cavolata. Mi siedo per mettermi le scarpe da corsa. Un crampo fulminante agli addominali mi inchioda. A fatica riesco a mettermi le scarpe ma di chinarmi per stringerle non se ne parla. Ok, vedremo dopo.
Riusciro' (per la cronaca) dopo 6 km. Alla fine me la corro tutta, e termino in 55 minuti, ma soprattutto sorridente (a qualcuno saro' sembrato un ebete). Al traguardo il fedifrago, Luciano, che sicuramente in colpa, mi offre la doccia nel suo hotel, ma in quel momento ho solo fame, una fame incredibile. Mi faro' un piattone di pasta e qualche pezzo di crostata non lievitata. Che mi sembrava la cosa piu' buona del mondo, in quel momento.
Alla fine la pioggia non e' mai smessa, ho rischiato di far annegare il cellulare e la macchina fotografica, perche' la borsa e' finita sotto la pioggia. Insomma un tranquillo triathlon olimpico. Ah!, e neanche una vescica!

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